In libreria “Gli occhi di un bambino ebreo” - storia di un terrorista pentito - di Mario Giro

venerdì, 20 gennaio 2006

Roma (Agenzia Fides) - Orrore e grandezza del genere umano. Parla di questo il libro di Mario Giro, “Gli occhi di un bambino ebreo. Storia di Merzoug, terrorista pentito” (ed. Guerini). L’autore, esperto di relazioni internazionali, in particolare con l’Africa e il Medio Oriente, racconta in 130 pagine la storia di Merzoug Hamel un terrorista islamico, oggi condannato a morte e detenuto nelle carceri marocchine, che ha incontrato gli occhi di un bambino ebreo che lo hanno svegliato dall’incubo dell’odio. La storia di Merzoug è uguale a quella di molti giovani musulmani figli di immigrati in Europa, manipolati da gente senza scrupoli che ne ha saputo sfruttare la rabbia, la frustrazione e il disagio per convincerli a diventare “soldati di Dio”. Inviato in Marocco per sparare in una sinagoga e vendicare così il massacro di Hebron, Merzoug si ferma un attimo prima dell’omicidio. “Al momento di fare fuoco - racconta Merzoug - gli occhi di alcuni bambini ebrei si sono voltati verso di me e mi hanno fissato, con uno sguardo di purezza, d’innocenza. Improvvisamente, qualcosa nel più profondo del mio cuore, che non so ancora spiegarmi bene, mi ha fatto cambiare idea”.
Alla presentazione del volume in Campidoglio, curata da Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, insieme al sindaco Walter Veltroni e al segretario generale Cisl, Savino Pezzotta, hanno partecipato ambasciatori, esponenti della cultura e rettori di Università pontificie. L’autore non ha trasformato questo libro in un romanzo, ma contestualizza la storia, realmente accaduta, in uno spazio storico, sociale e culturale. Descrive la vicenda algerina degli anni ’60 e ’70, il disagio sociale, l’emigrazione verso la Francia, la discriminazione, la lotta. “Il mondo che ci ha descritto Albert Camus” dice Andrea Riccardi. Ma soprattutto racconta il pentimento. “C’è la meraviglia dell’essere umano - sottolinea il sindaco Veltroni - dietro questa filiera dell’orrore”. E aggiunge: “Questo è il tempo dei costruttori di ponti come fa la Comunità di Sant’Egidio. Come ha fatto Giovanni Paolo II, come a suo modo fa Bill Clinton, come stava tentando di fare Sharon e come ha fatto Rabin”. E lancia anche un appello contro la pena di morte: “Bisogna sperare che questa piaga della morte cessi prima possibile. Nessuno può decidere di togliere la vita”. Punta invece la sua attenzione sulla necessità del ravvedimento Savino Pezzotta. “Mi ha colpito molto questa storia inusuale di un ravvedimento. Oggi nessuno si ravvede, nessuno sbaglia. Assistiamo a un degrado della politica. E la mancanza di un ravvedimento impedisce l’orientamento di un Paese. A molti uomini politici servirebbero gli occhi di quei bambini ebrei”. (R.F.) (Agenzia Fides 20/1/2006 - Righe 31, Parole 440)


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