ASIA/SRI LANKA - Il paese verso le elezioni presidenziali, mentre si teme l’insorgere di un nuovo conflitto con la minoranza tamil. Appello della Chiesa per la riconciliazione nazionale

mercoledì, 16 novembre 2005

Colombo (Agenzia Fides) - Lo Sri Lanka è a un bivio: nelle elezioni presidenziali del 17 novembre i cittadini di quella che Marco Polo definì “l’isola più bella del mondo” sono chiamati alle urne (13 milioni gli elettori) per scegliere il nuovo capo di stato e decidere sul futuro del paese. Ma sul voto di domani si addensano ombre: la questione più importante, che lascia tuttora la nazione in una pericolosa fase di stallo politico, sociale ed economico. è quella della pacificazione del paese, ancora attraversato da dissidi etnici fra la maggioranza singalese e la minoranza tamil.
Dopo un conflitto armato durato oltre 20 anni, con conseguenze disastrose per l’immagine internazionale, il turismo, l’economia interna, il cessate-il-fuoco firmato nel 2002, che aveva fatto sperare in un autentico cammino di pace, ha invece tradito le aspettative della popolazione: le autorità politiche non sono riuscite a tradurre i buoni auspici in un reale processo di riconciliazione e a formulare un accordo definitivo con la minoranza tamil. A causa delle divisioni sullo status da assegnare all’area nordorientale del paese, la prospettiva di concedere alle aree tamil l’autonomia in un sistema federale non è stata realizzata.
Risultato di questa incertezza è stato il progressivo scetticismo nella possibilità reale della pace, la crescita della violenza, la sfiducia verso lo stato circolante fra i tamil che, nell’attuale tornata elettorale, hanno promosso l’astensionismo e dichiarato la propria diffidenza verso tutti i candidati in lizza. Tanto che numerosi osservatori temono una nuova esplosione del conflitto sociale, che metterebbe in ginocchio il paese.
A confrontarsi sulla scena politica sono due candidati favoriti: l’attuale primo Ministro Mahinda Rajapakse, del partito al governo “Sri Lanka Freedom Party”; e il leader dell’opposizione, Ranil Wickremesinghe, dello “United National Party”.
In vista delle elezioni, i Vescovi hanno lanciato un appello per eliminare il clima di conflitto e per un processo di pace che non escluda nessun soggetto politico. La Conferenza Episcopale ha esortato i fedeli a guardare i programmi dei candidati alla luce del bene comune, facendo anche attenzione a quanti difendono i diritti e le libertà delle minoranze etniche e religiose. “Il prossimo mandato presidenziale sarà determinante per condurre il paese sulla via della pace”, affermano. “Il Capo di stato- si legge nell’appello - dovrà impegnarsi in passi coraggiosi per cercare una soluzione a questa questione nazionale. Deve immediatamente finire il circolo vizioso della violenza che sta distruggendo i territori del Nord e dell'Est del paese e che sta mettendo in serio pericolo il già fragile accordo di cessate il fuoco”.
(PA) (Agenzia Fides 16/11/2005 righe 32 parole 387)


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