OCEANIA/PAPUA NUOVA GUINEA - Il direttore delle POM: “La canonizzazione di To Rot attesta che il sacrificio dei missionari continua a dare frutti”

sabato, 14 giugno 2025

Port Moresby (Agenzia Fides) – La canonizzazione di Peter To Rot, primo Santo della Papua Nuova Guinea, rappresenta “un momento di gioia e orgoglio per tutti i missionari” dell’Oceania “perché è la prova che il loro sacrificio, il loro impegno e la loro dedizione hanno dato” e continuano a dare “frutti”. A dirlo, interpellato dall’Agenzia Fides, è il sacerdote Christian Sieland, Direttore Nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (POM) della Papua Nuova Guinea, all’indomani dell’annuncio della data di canonizzazione di Peter To Rot (vedi Fides 13/6/2025), primo Santo della Papua Nuova Guinea (vedi Fides 31/3/2025).

Laico e catechista, morì mentre era in prigione – arrestato dai giapponesi che avevano occupato l’isola durante il secondo conflitto mondiale – nel 1945. La sua, afferma il direttore delle POM, è una storia “che oggi può essere di ispirazione per la Chiesa universale, perché ha incarnato gli insegnamenti di Cristo”. Al racconto della gioia e di come le comunità si stanno preparando a vivere questo momento di fede, don Christian Sieland spiega cosa rappresenta per i cattolici, in particolare per i catechisti, figura chiave “senza i quali oggi la Papua non si potrebbe dire una nazione cristiana”, vedere elevarsi agli onori dell’altare un loro conterraneo.

Come sta vivendo la comunità cattolica questo annuncio?
La comunità cattolica sta vivendo questo annuncio con grande gioia ed entusiasmo. Da molti anni i fedeli della Papua Nuova Guinea pregano per la canonizzazione del Beato Peter To Rot. In paesi come l’Italia, la Polonia o la Spagna, le persone assistono regolarmente alla canonizzazione di un connazionale, e col tempo queste notizie non suscitano più lo stesso entusiasmo. Ma per il nostro Paese, la Papua Nuova Guinea, la canonizzazione di To Rot è un momento storico, perché sarà il nostro primo santo locale. Per l’intera regione del Pacifico, To Rot è diventato un eroe della fede e un modello di riferimento, la cui vita e virtù sono fonte di ispirazione per molte generazioni. Perciò attendiamo tutti con grande gioia ed entusiasmo la canonizzazione del nostro primo santo locale.

Cosa rappresenta la canonizzazione di To Rot per i missionari sull’isola?
Sicuramente è un grande momento di gioia per tutti loro. In meno di 150 anni, dai “pionieri” fino a quelli attualmente attivi, i missionari hanno seguito il grande mandato di Cristo: Andate in tutto il mondo e fate discepoli di tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Peter To Rot fu martirizzato meno di 50-60 anni dopo che il Vangelo fu annunciato per la prima volta al suo popolo, i Tolai. La sua vita esemplare come studente cristiano – che aveva persino considerato il sacerdozio – e poi come catechista, il suo impegno verso la moglie e la famiglia in una società poligama, hanno dimostrato che il sacrificio e la dedizione dei primi missionari, non solo per seminare la Parola, ma anche per formare persone responsabili, coscienziose e virtuose, hanno davvero portato buoni frutti nella vita di molte persone. L’esempio più straordinario di un uomo responsabile, coscienzioso e virtuoso è stato proprio To Rot, che ha abbracciato il Vangelo e ha voluto che la Luce del Vangelo penetrasse e trasformasse la sua cultura, la vita e i cuori del suo popolo. Possiamo quindi dire che questa canonizzazione è un momento di gioia e orgoglio per tutti i nostri missionari, perché è la prova che il loro sacrificio, il loro impegno e la loro dedizione hanno dato frutti. Oggi la Papua Nuova Guinea è cristiana per oltre il 90%, anche se solo un terzo di questa percentuale è cattolica. Ma non saremmo oggi una nazione a stragrande maggioranza cristiana se non fosse stato per il lavoro fondamentale svolto dai nostri missionari.

Come si svolgeranno concretamente i preparativi per la cerimonia?
I preparativi per la cerimonia si svolgeranno in modi diversi, a seconda delle varie regioni. Le celebrazioni più vivaci e gioiose si terranno sicuramente a Rabaul, la diocesi d'origine di Peter To Rot. Ora che conosciamo la data di canonizzazione, annunciata ieri da Papa Leone XIV stiamo iniziando a sistemare i programmi. Nella mia parrocchia, inviteremo tutti i nostri catechisti provenienti dalle 10 cosiddette “outstations” a venire nella nostra chiesa parrocchiale principale, e celebreremo insieme riflettendo sulla vita di To Rot, condividendo un pasto comune e guardando la messa di canonizzazione in diretta TV. La festa di Peter To Rot, che cade il 7 luglio, sarà celebrata da diverse comunità, mentre altre la posticiperanno e la combineranno con il Giubileo dei Catechisti, che si terrà dal 26 al 28 settembre.

Cosa pensa la Chiesa della Papua Nuova Guinea del fatto che il suo primo Santo sia un catechista?
La percezione generale è che questa sia la cosa migliore che potesse accadere alla nostra Chiesa: che un laico e catechista venga proclamato il primo santo della nostra giovane nazione. La nostra Chiesa è prima di tutto una Chiesa nata e costruita grazie al sacrificio dei catechisti pionieri che camminarono e lavorarono fianco a fianco con i primi missionari dalla fine del 1800. Oltre a essere traduttori erano anche insegnanti di conoscenze di base e generali in mezzo a un popolo che non aveva mai avuto una cultura scritta. Compito non facile, visto che sull’isola regnava solo la cultura orale. Spesso i catechisti venivano formati e inviati in anticipo in territori sconosciuti e inesplorati per preparare la gente all’arrivo dei missionari. Molti di quei giovani rimasero nei territori di missione, furono adottati dalle tribù, si sposarono e ebbero figli, e la maggior parte di loro non tornò mai più nei luoghi di nascita. Oggi, molti dei nostri sacerdoti indigeni provengono da famiglie di catechisti. Direi quindi che la canonizzazione di To Rot, laico e catechista, è provvidenziale e riflette anche l’origine e la natura della nostra Chiesa locale, costruita sull’offerta gratuita dei catechisti, che furono e sono tuttora collaboratori indispensabili di tutti i sacerdoti in tutto il nostro Paese. Senza i miei 14 catechisti, non potrei prendermi cura della mia vasta parrocchia composta da 10 comunità. Peter To Rot divenne il pastore del suo gregge quando tutti i sacerdoti e i religiosi del suo tempo furono rinchiusi nei campi di prigionia dai giapponesi. Egli si fece luce di fede, speranza e amore in un momento in cui tutti gli altri avevano paura di testimoniare la fede. Quindi sono abbastanza sicuro che tutto il nostro popolo, religiosi e laici, sia felice e orgoglioso del fatto che un catechista diventerà il nostro primo Santo.

Cosa può insegnare la storia di To Rot alla Chiesa universale?
Penso che la storia di To Rot possa essere di ispirazione per la Chiesa universale, perché ha incarnato gli insegnamenti di Cristo. Ha seguito Cristo, ha preso la sua croce e ha perso la vita per amore di Cristo. La sua vita e il suo martirio si riflettono particolarmente in un passo del Vangelo di Luca, quando Peter To Rot ha dovuto lottare con alcuni membri della sua stessa famiglia, con la sua cultura e la sua tradizione, fino al punto di donare la vita per amore di Cristo. È stato un vero discepolo di Gesù. La sua storia ci insegna ad avere fede e coraggio per resistere di fronte al male e combattere contro la cultura della morte che oggi ci circonda in tanti modi. La sua vita ci insegna a non temere ciò che può uccidere il corpo ma l’anima. (F.B.) (Agenzia Fides, 14/6/2025)


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