ASIA/MALAYSIA - L’ARCIVESCOVO DI KUALA LAMPUR ALL’AGENZIA FIDES: “UNITÀ NELLA CHIESA E DIALOGO CON I MUSULMANI PER UNA AUTENTICA TESTIMONIANZA DEI FEDE”

giovedì, 17 luglio 2003

Kuala Lumpur (Agenzia Fides) – “Tutto il nostro impegno pastorale è centrato sull’unità. Lavoriamo per rendere la Chiesa in Malaysia una comunione di comunità, riflettendo e mettendo in pratica la spiritualità di comunione”: lo ha detto all’Agenzia Fides S. Ecc. mons. Murphy Nicholas Xavier Pakiam, neo Arcivescovo di Kuala Lumpur.
La comunità cattolica malaysiana, spiega l’Arcivescovo, risente ancora di differenze linguistiche ed etniche, essendo formata da una componente di origine indiana-tamil e una cinese, evangelizzate dai missionari francesi e inglesi nel XIX sec. I malay, gruppo etnico maggioritario in Malaysia, sono invece in maggioranza musulmani. “In ogni luogo - spiega mons. Pakiam all’Agenzia Fides – le comunità cattoliche erano divise su base linguistica e questa impostazione è andata avanti fino all’indipendenza nazionale, raggiunta nel 1965. Con la nascita del clero locale e l’istituzione della gerarchia, abbiamo notato l’esigenza di formare un comunità più unita. Su questa scia stiamo lavorando negli ultimi vent’anni”.
Uno degli strumenti per mettere in pratica questa indicazione è “la formazione di Comunità Ecclesiali di Base (CEB), dove i fedeli si incontrano e condividono la Parola di Dio. Questo è un buon modo di dare testimonianza: forti della loro fede, i cattolici si incontrano e costruiscono una comunità, hanno occasione di gioire e soffrire insieme. Questo è per noi un nuovo modo di annunciare la Buona Novella: vivere – come ci ha ripetuto spesso il Santo Padre – la spiritualità di comunione”. I Vescovi malaysiani hanno organizzato speciali team pastorali formati da sacerdoti e laici per promuovere la nascita di CEB in ogni diocesi. Mons. Pakiam spiega: “La gente ha bisogno di sperimentare la spiritualità di comunione, la comprensione reciproca, l’ascolto, la tolleranza: è molto importante per noi, piccola Chiesa che vive in un ambiente musulmano. Le CEB hanno rafforzato i legami fra le comunità di diversa lingua, cultura, etnia”.
Rispetto alle altre religioni in Malaysia, nota l’Arcivescovo, “siamo rispettati per il nostro equilibrio. Non cerchiamo spasmodicamente conversioni. Prima di celebrare un battesimo, richiediamo almeno un anno di preparazione, perchè la persona che vuole abbracciare la fede cattolica abbia una piena consapevolezza. Nelle nostre 330 scuole, dove abbiamo oltre 120mila studenti, molti dei quali musulmani, non facciamo proselitismo. Questa impostazione ha reso possibile instaurare relazioni proficue con i musulmani”.
I rapporti islamo-cristiani sono buoni perchè “i leader islamici malaysiani sono generalmente aperti al dialogo, anche se vi sono alcune influenze fondamentaliste. I cristiani oggi hanno un po’ di paura della diffusione di idee fondamentaliste, ma la maggior parte dei musulmani, conoscendo le nostre scuole, ospedali, iniziative di carità, sa cosa è la Chiesa cattolica e la rispetta”.
Fra i problemi che la Chiesa malaysiana vive, c’è la carenza di vocazioni sacerdotali: “Non abbiamo molte vocazioni ma puntiamo molto sulla qualità della formazione dei sacerdoti, in quanto il suo ruolo è decisivo per la crescita della comunità. E anche vero che, per la testimonianza nella società, ci siamo concentrati sulla pastorale della famiglia e puntiamo molto sull’azione dei laici”.
L’Arcivescovo ha ricevuto il Pallio dal Santo Padre nella solenne celebrazione del 29 giugno scorso in Piazza San Pietro. Sul suo nuovo incarico afferma: “Eserciterò il mio ruolo di Pastore cercando di mettere in pratica il mio motto: ‘Misericordia e Pace’. Ogni persona porta dentro di sè ferite, le famiglie sono infrante, la società è conflittuale. L’esperienza del perdono di Dio risana le ferite, fascia le fratture, riporta la pace nel cuore dell’uomo, nelle famiglie, nella società”.
Su 22 milioni e 600mila abitanti, i musulmani in Malaysia sono il 47,7%, i cristiani l’8,3%, accanto a induisti, buddisti, e fedeli di culti tradizionali. I cattolici sono circa 770mila, divisi in 8 circoscrizioni ecclesiastiche. I sacerdoti diocesani sono 183, 54 i sacerdoti religiosi, 62 i religiosi non sacerdoti, 545 le suore, 2.306 i catechisti.
(PA) (Agenzia Fides 17/7/2003 lines 55 words 656)


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