ASIA/SRI LANKA - Annunciate le elezioni presidenziali per il 17 novembre, mentre continua lo stato di emergenza e cresce la tensione sociale

venerdì, 23 settembre 2005

Colombo (Agenzia Fides) - Si profila all’orizzonte una stagione politica fluida per lo Sri Lanka, con l’annuncio delle elezioni presidenziale previste per il 17 novembre e il conflitto politico e sociale che sembra crescere di intensità. Il 21 settembre il Parlamento del paese ha prolungato di un mese lo stato di emergenza in vigore dopo l’omicidio del ministro degli Esteri, Lakshman Kadirgamar, ucciso il 12 agosto scorso nella capitale Colombo.
Intanto, come raccontano fonti di Fides nella Chiesa srilankese, l’instabilità sociale cresce e ogni giorno si hanno notizie di omicidi, specialmente nelle aree controllate dalla minoranza tamil. Lo stato di emergenza conferisce maggiori poteri alle forze dell’ordine e all’esercito e il moltiplicarsi dei controlli e dei check-poit, soprattutto nella zona nordorientale, contribuisce a tenere alto il livello di tensione e a dare l’idea di un paese militarizzato.
Il movimento ribelle delle tigri tamil (“Liberation tamil of tigers Eelam”) ha contestato il provvedimento, affermando che esso minaccia il processo di pace iniziato con la tregua del febbraio 2002 ma da allora in fase di stallo. Secondo fonti di Fides nello Sri Lanka “con la sospensione dei colloqui, la pace è in pericolo”, e per questo la comunità cattolica, pur fra le difficoltà, sta moltiplicando gli sforzi, a tutti i livelli, per far progredire il cammino di avvicinamento verso i negoziati.
Secondo gli osservatori, lo stato di emergenza potrebbe comunque terminare il 13 ottobre (a due mesi esatti dall’omicidio del Ministro), per dare il via a una campagna elettorale quanto più possibile in condizioni di normalità. A contendersi la carica di Presidente del paese saranno i candidati dei due schieramenti politici principali: l’attuale Primo ministro Mahinda Rajapakse, della People's Alliance; il leader dell’opposizione Ranil Wickramasinghe dello United National Party (Unp).
I temi principali su sui si confronterà la campagna elettorale saranno proprio il processo di pacificazione del paese e il futuro economico dello Sri Lanka.
Intanto il clima politico si è già surriscaldato per due accordi che il Primo Ministro Rajapakse ha firmato: uno con il partito marxista oltranzista JVP (“Fronte di liberazione popolare”), che smentisce l’intesa raggiunto con i tamil sulla divisione degli aiuti per lo tsunami; uno con il partito integralista buddista JHU (Jathika Hela Urumaya, “Partito dell’eredità nazionale”) che acconsente alla proclamazione del buddismo come religione di stato. Gli accordi siglati con tali gruppi hanno suscitato un vasto dibattito sulla scena politica e sollevato forti obiezioni anche all’interno della People's Alliance.
Inoltre anche i tamil appaiono divisi: nell'aprile scorso, una costola dell'Ltte si è separata e scontrata con lo stesso movimento; i ribelli hanno accusato l'esercito di aver giocato un ruolo importante nel cercare di frammentare il fronte tamil.
Il Liberation Tigers of Tamil Eelam (“Tigri per la liberazione della patria tamil”) è stato creato da Vellupilai Prabahkaran nel 1976 e controlla aree nel Nord e nell’Est del paese. La guerriglia contro il governo di Colombo, durata oltre vent’anni, ha prodotto 60.000 morti. Nel 2002 le parti hanno firmato un cessate-il-fuoco, ma si attende ancora la stesura di un vero e proprio accordo di pace.
(PA) (Agenzia Fides 23/9/2005 righe: 37 parole: 376)


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