N’Djamena (Agenzia Fides) – “Il sangue e le lacrime dei ciadiani sono scorsi abbastanza e devono finire” avvertono i Vescovi del Ciad in un memorandum indirizzato al Presidente della Transizione, facente funzione di Capo dello Stato, Mahamat Idriss Déby.
La Conferenza Episcopale del Ciad (CET) chiede al governo di affrontare i problemi che affliggono la popolazione come la diffusione dell'insicurezza, la carenza di beni di prima necessità e la composizione della Commissione nazionale incaricata di organizzare il referendum costituzionale (Conerec).
Secondo i Vescovi, è difficile credere che le uccisioni e le carenze di beni di prima necessità in Ciad siano contingenti e accidentali. “Queste situazioni, create volontariamente o per ignoranza costituiscono delle sfide per tutti noi, ma prima di tutto per i governanti che si sono dati l'unico scopo di garantire la sicurezza e il benessere del loro popolo” affermano.
“L'elenco dei conflitti sanguinosi e delle vittime delle violenze è lungo e macabro” sottolinea la Conferenza Episcopale del Ciad: "a Salamat, a Moyen Chari, nei due Logones, Mayo Kebbi Est e Ovest, in Oriente come nell’ovest del Paese e nel centro di Guéra, c'è la stessa desolazione e l'elenco non è esaustivo”. La scorsa settimana una decine di persone hanno perso la vita in scontri tra allevatori e pastori a Bahr Sara, à 600 km sud-est da N’Djamena, la capitale del Paese. Tra le grave carenze di beni di prima necessità vi sono quelle dei carburanti, un paradosso- sottolinea il memorandum- per un Paese esportatore di petrolio.
“Il Governo deve agire in tutta imparzialità e in nome della legge, se non vuole essere accusato di esserne l'autore e di usare il terrore come mezzo per governare, mantenere o conservare il potere” si afferma nel documento facendo riferimento alla violenta repressione il 20 ottobre 2022 delle manifestazioni indette per protestare contro la permanenza al potere per altri due anni del Presidente della Transizione Mahamat Déby (vedi Fides 25/10/2022).
Il 24 maggio quest’ultimo ha graziato 67 persone condannate per aver partecipato alla manifestazione del 20 ottobre, e altri 11 per un "golpe" sventato a dicembre secondo le autorità di N'Djamena.
Dopo la morte del padre, Idriss Déby, il 20 aprile 2021, Mahamat Déby aveva preso il potere, sospendendo la Costituzione, e ponendosi a capo di un Consiglio di Transizione. Mahamat Déby ha immediatamente promesso di restituire il potere ai civili attraverso le elezioni dopo un periodo di transizione di 18 mesi. Ma alla fine del suo mandato aveva prorogato di due anni il suo mandato su raccomandazione di un dialogo di riconciliazione nazionale boicottato dalla quasi maggioranza dell'opposizione civile (e al quale pure la Conferenza Episcopale ha deciso di non partecipare, vedi Fides 5/9/2022) e dai maggiori movimenti ribelli armati.
Ricordiamo infine che sul Ciad gravano i riflessi della guerra tra fazioni militari in Sudan (vedi Fides 22/4/2023)) da dove continuano a giungere persone in fuga dalle violenze. (L.M.) (Agenzia Fides 30/5/2023)