AFRICA/TANZANIA - Chiamati a testimoniare Cristo in una società sempre più complessa: intervista all'Arcivescovo Nyaisonga, Presidente della Conferenza Episcopale della Tanzania

venerdì, 19 maggio 2023 chiese locali  

Dar es Salaam (Agenzia Fides) - “Siamo grati a Dio una Chiesa giovane con radici estese e in crescita” dice Mons. Gervas John Mwasikwabhila Nyaisonga, Arcivescovo di Mbeya e Presidente della Conferenza Episcopale della Tanzania, in un colloquio con l’Agenzia Fides.

La Chiesa in Tanzania nel 2018 ha celebrato i 150 anni della sua missione nel Paese ed ora guarda al futuro con quale sguardo?
Siamo grati a Dio una Chiesa giovane con radici estese e in crescita, come dimostrato dal numero di battesimi e di vocazioni sacerdotali e religiose, mentre anche la percentuale delle persone che rimangono nella Chiesa cattolica è molto alta. Quindi vediamo con speranza la crescita della Chiesa in Tanzania, una crescita che deriva dal fatto che la fede è ben radicata nella nostra comunità. I fedeli tentano di imitare Cristo, di vivere la vita in Cristo. C’è una buona collaborazione tra tutti i membri della Chiesa, sacerdoti, religiosi, religiose e laici; tutti si sentono parte della missione evangelizzatrice, ciascuno secondo il proprio carisma.
Dall’altro canto risentiamo della sfida portata dalla modernizzazione e dal mondo globalizzato. La società diventa ogni giorno più complessa. Si avverte uno shock dato dall’incontro tra la cultura tradizionale e quella occidentale. Questo porta a un numero significativo di fedeli ad abbandonare la Chiesa cattolica. A questa realtà di ordine culturale si aggiungono fattori economici e sociopolitici che hanno un impatto sui fedeli. In primo luogo la disoccupazione giovanile: abbiamo un gran numero di giovani che una volta finiti gli studi non trovano lavoro. La Chiesa deve essere presente, rimanendo accanto a loro, indicando la strada per vivere dignitosamente nonostante la mancanza di un impiego.
Per affrontare queste sfide abbiamo bisogno di ancora più sacerdoti preparati in grado di raggiungere le diverse parti del Paese e i diversi ambiti sociali per offrire guida e assistenza alle persone di diverse categorie e condizioni.

E i giovani sono quelli più esposti alle influenze culturali esterne?
Il mondo è globalizzato così i giovani hanno accesso a diverse fonti d’informazione e di influenza culturale. Non diciamo che le influenze esterne siano maligne, ma spesso creano uno shock nelle persone. Molto dipende da quali fonti i giovani attingono per informarsi o per divertirsi. I media possono essere utilizzati a fine positivi o negativi; per favorire la partecipazione della gente o avvantaggiare la loro crescita culturale oppure per seminare discordia. Quindi le domande da porsi è: a chi ti rivolgi per informarti?” e “chi verifica l’autenticità di quello che ti viene riferito?”. Le influenze esterne possono venire da ogni parte del mondo, non solo dal nord e dall’ovest, ma pure dall’est e del sud. La cosa importante è la verifica di ciò che ci viene riferito.

Cosa ci può dire dei recenti atti di profanazione contro chiese in Tanzania (vedi Fides 15/5/2023)?
Alcune delle persone responsabili di questi atti sono state catturate e la polizia sta investigando. Aspettiamo le conclusioni delle indagini per conoscere le motivazioni di queste profanazioni. Dalla prime informazioni non sembra che tutte queste azioni abbiano le stesse motivazioni; alcune sembrano essere atti criminali.

Come sono le relazioni con le altre fedi?
Procedono molto bene sia a livello ecumenico sia a livello interconfessionale. Viviamo fraternamente sia con i nostri fratelli di altre confessioni cristiane sia con i musulmani. Con tutti ci incontriamo frequentemente e non vi sono motivi di scontro. (L.M.) (Agenzia Fides 19/5/2023)


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