AFRICA/SUDAFRICA - I casi di bambini apolidi: una ferita aperta ma nascosta in Africa australe

lunedì, 8 maggio 2023 apolidi   bambini   vescovi  

Mons. Buti Joseph Tlhagale, Arcivescovo di Johannesburg

Johannesburg (Agenzia Fides) – Sono più di 642.000 i bambini migranti o sfollati che vivono in Sudafrica Secondo gli ultimi dati dell'UNICEF, in questa arida cifra sono compresi rifugiati, richiedenti asilo, vittime di tratta o contrabbando e minori migranti non accompagnati e separati.
Tra questi vi sono diversi minori apolidi che non godono quindi di alcuna protezione da parte di uno Stato. Il problema è stato di recente affrontato dal Gruppo di lavoro su migrazione e tratta di esseri umani della Commissione Giustizia, pace e sviluppo del Simposio delle Conferenze episcopali d'Africa e Madagascar (SECAM). Rivolgendosi al Convegno Mons. Buti Joseph Tlhagale, Arcivescovo di Johannesburg ha sottolineato come “i conflitti prolungati nei Paesi africani sono la causa della presenza di tanti bambini apolidi”.
L’Arcivescovo di Johannesburg ha indicato nella tratta di esseri umani e nelle migrazioni forzate a causa del cambiamento climatico come altri fattori che contribuiscono all'aumento dei bambini apolidi in Africa. “Il cambiamento climatico spesso costringe le famiglie a trasferirsi, alla ricerca di migliori opportunità, si viene così a creare un numero enorme di apolidi”.
Mons. Tlhagale ha sottolineato che “in alcuni casi, i bambini vittime di tratta rimangono apolidi e diventano adulti senza avere documenti adeguati”; una condizione che viene poi trasmessa ai loro figli, incrementando il numero di apolidi nel proprio Paese di nascita. Questo è dovuto al fatto che spesso i governi africani non provvedono “a registrare i bambini alla nascita; lo Stato non ha ritenuto suo dovere garantire che i bambini siano registrati una volta venuti al mondo. La nascita dei bambini non è sempre registrata perché le persone non conoscono le procedure per la registrazione dei bambini, soprattutto nelle zone rurali. E soprattutto perché il governo non ha messo in atto tutele che assicurino che i bambini siano registrati alla venuta al mondo” ha sottolineato.
Vi sono lacune sulle leggi sudafricane sulla cittadinanza che non danno protezione ai bambini trovati abbandonati nel territorio di uno Stato. La maggior parte della legislazione della regione, compresa quella del Sudafrica, non garantisce a questi bambini il diritto alla nazionalità, esponendoli così a una vita di dolore ed esclusione.
Mons. Tlhagale è un sostenitore della campagna #IBelong. Lanciata nel novembre 2014 dall’ UNHCR la campagna #IBelong mira a porre fine all'apolidia entro dieci anni, identificando e proteggendo gli apolidi, risolvendo le situazioni esistenti di apolidia e prevenendo l'insorgenza di nuovi casi.
Mons. Tlhagale ha infine ricordato l’essenziale opera di assistenza a rifugiati e migranti condotta in Sudafrica dai alcuni ordini religiosi. In particolare “le Suore Missionarie Scalabriniane e le Suore Missionarie della Carità di Madre Teresa accolgono un buon numero di bambini e ragazzi apolidi”. (L.M.) (Agenzia Fides 8/5/2023)


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