EUROPA/ITALIA - TBC, malattia mai sconfitta: ogni anno 3 milioni di morti. In Italia casi in aumento anche tra i minori

lunedì, 12 settembre 2005

Roma (Agenzia Fides) - L’Organizzazione Mondiale della Sanità ritiene che oggi a livello mondiale la tubercolosi sia la malattia più diffusa. Ogni anno si verificano nel mondo 8 milioni di nuovi casi e 3 milioni di morti. E’ la più importante causa di morte dovuta ad un singolo agente infettante (il bacillo di Kock). In Italia i più recenti dati epidemiologici nazionali per la tubercolosi, riportati dal Bollettino Epidemiologico, sono riferiti al 1999: 151 sono stati i bambini di età compresa tra 0 e 14 anni notificati per questa malattia, su un totale di 4.385 casi.
Contrariamente alle previsioni di un controllo ottimale della malattia e della sua diffusione, effettuate circa 25 anni fa e che in Italia hanno portato alla chiusura dei Dispensari Antitubercolari, a partire dalla seconda metà degli anni Ottanta si è osservata, nei Paesi industrializzati, tra cui l’Italia, una lenta e progressiva ripresa dell’incidenza della malattia, specialmente in alcuni gruppi sociali e in ristrette comunità di Paesi economicamente privilegiati.
Tra i possibili motivi di questa ripresa vi possono essere varie cause, tra cui la diffusione dell’immunodeficienza acquisita correlata all’Hiv, l’aumento del flusso migratorio più o meno controllato da Paesi in via di sviluppo ove la malattia sia particolarmente diffusa, l’aumento di bacilli resistenti ai farmaci antitubercolari.
La tubercolosi si trasmette prevalentemente per contagio interumano, per via aerea. Fondamentale soprattutto la prevenzione che si fonda sull’identificazione rapida di infetti e di malati. Tutti i bambini a contatto con un adulto malato devono essere sottoposti al test cutaneo che è un test di screening di facile esecuzione, di basso costo e altamente attendibile. La positività al test cutaneo indica il contatto dell’organismo del bambino o dell’adulto con il bacillo della tubercolosi. Non significa quindi necessariamente “malattia” ma richiede nel modo più assoluto successivi approfondimenti e indagini epidemiologiche. L’infezione, una volta identificata, verrà trattata con un solo farmaco per 6 - 9 mesi per prevenire lo sviluppo quantitativo dei germi, la loro diffusione e la comparsa della malattia nelle sue differenti espressioni cliniche.
Ad oggi, la diagnosi precoce, sia dell’infezione che della malattia, rappresentano la vera prevenzione della tubercolosi, in attesa della disponibilità di un vaccino più efficace. (AP) (12/9/2005 Agenzia Fides; Righe:31; Parole:378)


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