AMERICA/MESSICO - Riforma elettorale: nessuno ha il diritto di promuovere riforme che compromettano la forza delle istituzioni democratiche

lunedì, 7 novembre 2022 leggi   elezioni   democrazia   conferenze episcopali  

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Città del Messico (Agenzia Fides) - La riforma elettorale proposta dal Presidente del Messico, Manuel Lopez Obrador con l’obiettivo di ridurre i costi del sistema politico, presenta diversi aspetti controversi che sono in discussione tra i legislatori e stanno suscitando un dibattito acceso nel parlamento e tra partiti e gruppi politici. Secondo il Presidente, l’iniziativa risponde ad una precisa indicazione dei cittadini messicani che chiedono una riduzione delle spese dello stato e la creazione di organi elettorali che garantiscano elezioni trasparenti, senza possibilità di frodi.
Tra le modifiche costituzionali proposte, figura la scomparsa dell’organismo finora incaricato di organizzare le elezioni, l'Istituto Nazionale Elettorale (INE), che verrebbe sostituito dall’Istituto Nazionale di Elezioni e Consultazioni (INEC), incaricato delle elezioni federali, statali e municipali. Il nuovo organismo avrebbe 7 consiglieri invece degli attuali 11, che sarebbero eletti dal voto popolare.
I Vescovi del Messico, attraverso la Conferenza Episcopale Messicana, hanno espresso “ampio riconoscimento per l'importante lavoro svolto nella vita democratica del Paese” dall'Istituto Nazionale Elettorale (INE) e dal Tribunale Elettorale del Potere Giudiziario della Federazione (TEPJF). In particolare sottolineano: si tratta di “un'istituzione cittadina che è maturata grazie alla sua autonomia dai poteri politici e, in stretto rapporto con la cittadinanza e la pluralità dei partiti politici, ha permesso negli ultimi 25 anni la realizzazione di processi elettorali (generali o locali) giusti, equi, aperti, trasparenti e affidabili, in modo legale e pacifico, per il rinnovo delle cariche elette dal popolo”.
Nel messaggio, la Presidenza della Conferenza Episcopale evidenzia che i due organismi “sono il risultato della lotta e dell'impegno di migliaia di messicani della società civile, e di tutte le realtà partitiche, che sono riusciti ad aprire la strada per una autentica democrazia in Messico”. Fin dalla loro fondazione, il primo frutto è stato che il governo ha finito di essere allo stesso tempo giudice e parte nei comizi elettorali, iniziando la transizione verso la vera democrazia, a tutti i livelli, locali e nazionali.
L'INE è una delle istituzioni considerate più affidabili dai cittadini, gode di un ampio riconoscimento da parte dei messicani e anche a livello internazionale, in quanto ha motivato la partecipazione dei cittadini garantendo l'imparzialità elettorale e la legalità, ha supervisionato le competizioni elettorali, ha promosso condizioni di equità nelle competizioni, ha risolto, nel quadro della legge, disaccordi e le controversie, attraverso il Potere Giudiziario Elettorale.
“Tutte le istituzioni e le leggi sono perfettibili, qualsiasi processo può sempre migliorare” affermano i Vescovi, che tuttavia sono preoccupati, come molti cittadini, istituzioni della società civile e organizzazioni politiche, per l'impulso dato a una riforma costituzionale in materia elettorale, che “per il suo orientamento e le sue ragioni, è chiaramente regressiva, anzi, costituisce un affronto alla vita democratica del paese, una riforma volta a incidere sulla rappresentanza e sull'equilibrio delle minoranze e delle maggioranze, prendendo il controllo delle elezioni nell'ambito del governo federale centralista, incidendo sulla sua gestione di bilancio, eliminando la sua autonomia cittadina e la sua imparzialità partitica”.
Nella loro dichiarazione i Vescovi ribadiscono che nessun cittadino, ancor meno i governanti, “ha il diritto di promuovere riforme che eliminino o compromettano la forza delle istituzioni che sono il sostegno dello Stato messicano” quindi, fedeli al loro compito di Pastori della Chiesa cattolica in Messico, uniscono la loro voce a quella di “milioni di cittadini che chiedono di fermare il tentativo di minare queste due istituzioni, attraverso la riforma della legge costituzionale”. Esortano quindi i rami esecutivo e legislativo dello Stato “ad assumersi le loro responsabilità con la storia e con le generazioni future, mettendo da parte particolari interessi ideologici inappropriati per il bene comune”, e fanno appello “alla prudenza legislativa e all'impegno del governo nei confronti di tutti i cittadini, al di là degli interessi di parte o del protagonismo storico”. Quindi concludono: “La difesa delle nostre istituzioni elettorali è responsabilità e dovere di tutti i cittadini. Ecco perché diciamo insieme a milioni di voci: non mettiamo a rischio la stabilità e la governabilità democratica del paese”.
(SL) (Agenzia Fides 7/11/2022)


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