ASIA/UZBEKISTAN - Prima vocazione alla vita consacrata femminile a Samarcanda

sabato, 6 agosto 2022 pastorale   giovani   vocazioni   vita consacrata  

Samarcanda (Agenzia Fides) – “L’estate è un tempo privilegiato per accrescere la fede, e qui in Uzbekistan il Signore ci sta concedendo la grazia di portare avanti un’opera di formazione ed approfondimento della spiritualità davvero importante. L’anno scorso noi sacerdoti dell’Istituto del Verbo Incarnato eravamo appena giunti a Samarcanda e non abbiamo potuto organizzare tante attività perché era necessario restaurare la chiesa e tutti gli ambienti parrocchiali; ora che abbiamo degli spazi rinnovati, con gioia vogliamo metterli a disposizione di tutte le comunità cattoliche uzbeke. È trascorsa solo una parte dell’estate, eppure siamo già molto felici dei risultati raggiunti finora”. È quanto racconta all’Agenzia Fides p. Ariel Alvarez Toncovich, sacerdote dell'Istituto del Verbo Incarnato e parroco della chiesa di S. Giovanni Battista di Samarcanda, Uzbekistan, parlando delle attività pastorali estive dedicati a bambini e giovani di tutte le parrocchie del paese centroasiatico. Uno dei frutti più belli, opera delle grazia di Dio, riferisce il missionario, è la prima vocazione religiosa di una ragazza uzbeka, che ha espresso il desiderio di consacrarsi a Dio: una “pianticella di fede” - nota - che andrà coltivata nel cammino appena iniziato nell’Istituto del Verbo Incarnato, che la condurrà verso la consacrazione della vita.
Tra le attività pastorali, il primo appuntamento pastorale, nel mese di luglio – racconta p. Ariel Alvarez Toncovich – è stato dedicato ai più piccoli: “Per cinque giorni, abbiamo accolto 22 bambini provenienti da Fergana, Bukhara e naturalmente Samarcanda. Può sembrare un numero esiguo se paragonato ad altre realtà, ma per la Chiesa in Uzbekistan è un risultato importante. Abbiamo trascorso le giornate all’insegna di passeggiate storiche per la città, organizzando gite in montagna e giochi relazionati al Vangelo. In questo modo, i bambini hanno avuto la possibilità di divertirsi ed imparare”, spiega il missionario.
Sempre in luglio è toccato ai giovani ritrovarsi nella parrocchia di S. Giovanni Battista: “Abbiamo ospitato 27 ragazzi provenienti da tutte le parrocchie uzbeke. Anche in questo caso, - osserva il missionario - abbiamo organizzato attività ricreative, unite a momenti formativi, che hanno toccato temi interessanti per la vita quotidiana dei giovani. Inoltre, abbiamo cercato di creare le condizioni ideali affinché i ragazzi venissero a parlare dei loro problemi con noi sacerdoti: molti ci hanno raccontato le loro inquietudini, anche vocazionali. Questo è uno dei frutti più belli dell’esperienza. I cinque giorni sono stati caratterizzati da un clima di allegria, e i partecipanti hanno detto di aver vissuto secondo ‘uno spirito di vera Chiesa cattolica’. E’ un commento che ci ha fatto riflettere molto”.
In questo periodo, la parrocchia di Samarcanda ospita l’oratorio estivo dedicato ai bambini della città: “Ne abbiamo una decina, e per noi è una cosa bellissima perché quando siamo arrivati ce n’erano solo due. Vengono da famiglie che hanno qualche nonno o bisnonno cattolico. In alcuni casi, i genitori non sono battezzati, ma vogliono che i bambini vengano da noi. Come mi ha raccontato una nonna musulmana, che puntualmente accompagna i propri nipoti all’oratorio, la comunità cattolica viene vista come una possibilità per dare ai propri figli un'educazione ‘ricca e aperta’. Un altro nonno ci ha detto che considera la parrocchia un ambiente sano per la crescita del proprio nipote. Spesso questi bambini invitano i loro coetanei, che ovviamente possiamo accogliere solo se i genitori sono d’accordo e firmano un permesso. Molti di loro, per desiderio delle famiglie, saranno battezzati e inizieranno il catechismo”.
Il frutto più grande di quest'opera, spiega p. Toncovich, è la prima vocazione alla vita consacrata di Samarcanda: “Una delle ragazze della nostra parrocchia ha chiesto di entrare in monastero: ha 21 anni, viene sempre a messa e un giorno ci ha parlato della sua vocazione, dicendo che già da quattro anni voleva consacrarsi a Dio, ma non sapeva come fare perché l’unica comunità di suore presenti in Uzbekistan sono molto lontane dalla nostra città. Da pochi mesi è entrata nella congregazione dell’Istituto del Verbo Incarnato e ha cominciato il percorso di noviziato. Questo per noi rappresenta un motivo di grande gioia anche perché, come diceva Giovanni Paolo II, le vocazioni sono un segno di vitalità delle parrocchie”.
Attualmente la piccola comunità cattolica uzbeka, composta da circa 3.000 battezzati, conta, in tutto il paese, 5 parrocchie: oltre a quella di Samarcanda, vi sono circa 700 fedeli nella capitale Tashkent e se ne aggiungono altri presenti tra Bukhara, Urgench e Fergana.
(LF-PA) (Agenzia Fides 6/8/2022)


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