AMERICA/BRASILE - Donne e migranti le vittime principali della tratta di esseri umani; in aumento la schiavitù nel lavoro

giovedì, 28 luglio 2022 tratta esseri umani   chiese locali  

Brasilia (Agenzia Fides) - Nel 2013 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite stabilì che il 30 luglio venisse celebrata ogni anno la Giornata Mondiale per combattere la tratta di persone. L'obiettivo era di "creare una maggiore consapevolezza della situazione delle vittime della tratta di esseri umani e di promuovere e proteggere i loro diritti". Secondo il cosiddetto “Protocollo di Palermo”, adottato a New York il 15 novembre 2000, il fenomeno della tratta di persone consiste nell'atto di commercializzare, schiavizzare e sfruttare le persone come se fossero merci. Anche se c'è consenso da parte della vittima, questi atti sono classificati come un crimine.
Secondo le stime globali delle Nazioni Unite, ogni anno circa 2 milioni di persone sono vittime della tratta di esseri umani, per lo più si tratta di persone vulnerabili. Secondo un Report dell'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC), le donne sono le più colpite: nel 2018, per ogni 10 vittime rilevate a livello globale, cinque erano donne adulte e due erano ragazze. I migranti, in particolare quelli che non sono autorizzati a lavorare o rimanere nel paese dove vengono sfruttati, sono gruppi particolarmente vulnerabili e rappresentano una percentuale significativa delle vittime a livello globale.
Il Vescovo ausiliare di Porto Alegre e membro della Commissione Episcopale Pastorale Speciale per la Lotta alla Tratta di Esseri Umani (CEPEETH) della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile (CNBB), Mons. Adilson Pedro Busin, in un video per questa circostanza, sottolinea che la tratta di esseri umani sembra essere lontana dalla realtà brasiliana, invece è ben presente nel Paese e si manifesta nel lavoro schiavo, nell’accattonaggio, nel traffico per lo sfruttamento sessuale e di organi. Il ruolo della Chiesa, secondo la richiesta di Papa Francesco, è quello di lavorare nel campo della prevenzione, della presa di coscienza e nell’affrontare il fenomeno della tratta, considerata una piaga.
In occasione di questa data, la Commissione per la lotta alla tratta di esseri umani della Cnbb ha prodotto un poster e ha invitato le comunità ad essere attente alle televisioni cattoliche e ai social network impegnati nel combattere la tratta. Inoltre le comunità sono invitate ad organizzare un momento di riflessione su questo tema il 30 luglio.
In Brasile esiste dal 2016 la legge federale n. 13.344/2016, che oltre a definire la tratta di persone garantisce il reinserimento delle vittime nella società. Quest’anno poi ricorre il 25° anniversario della Campagna Nazionale per la Prevenzione e la Lotta al Lavoro Schiavo. Durante un incontro che ha celebrato l'anniversario della prima campagna che aveva per tema: “Con un occhio aperto per non diventare schiavi”, sono state condivise esperienze e discussi obiettivi e strategie. Inoltre è stata redatta una lettera rivolta all’intera società ricordando la lunga storia di lotta al lavoro degli schiavi in Brasile.
Nel documento si legge tra l’altro: "Dal 2003 al 2013, sono state trovate ogni anno una media di 4.000 persone in schiavitù, la maggior parte delle quali nelle campagne. Dal 2014, e per sette anni, questo numero è stato molto più basso: "solo" migliaia di riscattati all'anno, come se la realtà della schiavitù si fosse ritirata o le vulnerabilità che espongono certi gruppi al rischio del lavoro schiavo fossero scomparse. (...) Dal 2021, ci sono segni inequivocabili per confutare l'ipotesi del declino del lavoro schiavo. Tutti gli stati del paese sono interessati. Circa 2.000 persone sono state salvate l'anno scorso e siamo già ad un migliaio alla fine di luglio".
“Il lavoro schiavo esiste, sì! E il nostro grido continua ad essere indispensabile” ribadisce la lettera, confermando di essere ancora lontani dall’obiettivo del suo sradicamento. Questo crimine – una delle manifestazioni più visibili della tratta di esseri umani – è ancora “punito dolcemente” e continua a calpestare la dignità di migliaia di lavoratori, di "schiavi di precisione": nelle campagne e nelle città, migranti e immigrati, uomini neri nella stragrande maggioranza, anche donne (anche se invisibili, soprattutto nel lavoro domestico), adolescenti, anziani, indigeni, quilombolas.
L'esperienza della Campagna insegna che salvare dal lavoro schiavo non sradica il sistema della schiavitù, in quanto “le radici di questo crimine sono molteplici e interconnesse, richiedono un approccio integrale, con azioni articolate”. I firmatari della lettera nella conclusione ribadiscono: “continueremo in questa lotta. Continueremo ad aprire gli occhi, incoraggiare la sorveglianza, espandere e adattare le nostre azioni…”
(SL) (Agenzia Fides 28/7/2022)


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