AMERICA/BOLIVIA - Il clero diocesano: “Il cammino sinodale sia fonte di un profondo rinnovamento per la Chiesa e per tutta la società”

venerdì, 8 luglio 2022 sacerdoti   sinodalità   chiese locali   situazione sociale   papa francesco   evangelizzazione  

Cochabamba (Agenzia Fides) – “Questo tempo di rinnovamento sinodale sia fonte di un profondo rinnovamento, non solo per la nostra Chiesa, ma per tutta la nostra società e di una conversione personale per tutti”. Così saremo in grado di saper discernere i segni dei tempi, crescere nella fedeltà al Vangelo e al magistero della Chiesa, incoraggiando noi stessi e il nostro popolo “a non venire meno di fronte a tante ansie e dolori, e a rafforzarci nelle gioie e nelle speranze nelle diverse situazioni che viviamo”. E’ l’esortazione del clero diocesano della Bolivia al Popolo di Dio.
Il clero diocesano si è riunito dal 4 al 7 luglio presso il Seminario maggiore nazionale San José dell'Arcidiocesi di Cochabamba, per l’Assemblea ordinaria che ha avuto per tema "Il Clero diocesano nella Chiesa sinodale". I 186 sacerdoti delle 18 giurisdizioni ecclesiastiche del Paese, insieme ai loro Vescovi, al termine dei lavori hanno inviato un “Messaggio al Popolo di Dio in Bolivia” intitolato "Quello che abbiamo visto e udito lo annunciamo anche a voi perché siate in comunione con noi, perché siamo in comunione con il Padre e con suo Figlio, Gesù Cristo" (I Gv 1,3).
Questa Assemblea è stata l’occasione di ritrovarsi nell’amicizia e nella gioia, dopo la pandemia di Covid-19, a causa della quale diversi sacerdoti sono passati alla vita eterna, scrivono nel testo. L’incontro ha messo in luce le situazioni che addolorano ma anche quelle che danno speranza. “Vediamo con preoccupazione, il dolore e la sofferenza della nostra gente, a causa dell'incertezza del lavoro, della mancanza di giustizia, della violenza, del traffico di droga, della tratta di esseri umani e della mancanza di rispetto per la vita” scrivono i sacerdoti nel messaggio pervenuto a Fides. Conseguenze di questa situazione sono “bambini orfani, famiglie immerse nel dolore, alla disperata ricerca della giustizia, che non arriva. Nessuna sofferenza umana è lasciata fuori dal nostro sguardo, dalla nostra costante preghiera a Dio Padre Misericordioso e dalla nostra azione pastorale”. La speranza viene dal constatare “lo sforzo e la lotta quotidiana di molti per stabilire nel loro ambiente quel regno di pace e amore che solo Cristo può portarci.” I sacerdoti citano le famiglie, “che, unite, sono vere testimoni dell'amore di Dio”, i giovani, “che, nella loro sana ribellione, cercano di stabilire la civiltà dell'amore”, e tutti coloro che, “con il loro lavoro quotidiano, accrescono la speranza di un futuro migliore”.
Citando le parole di Papa Francesco, i sacerdoti della Bolivia ribadiscono l’urgenza di “focalizzare lo sguardo su Cristo e scoprire nella nostra vita ministeriale tante persone semplici e umili che vivono con grande fede la loro amicizia con il Signore”. In questo cammino sinodale quindi dobbiamo far sentire la loro voce. Lo Spirito Santo “non abbandona mai la Chiesa”, e il clero boliviano esprime la certezza che con la sua guida “supereremo le difficoltà del momento presente”, e nel cammino sinodale al quale la Chiesa ci invita, “scoprendo il volto del fratello, potremo stabilire quel Regno di Dio, tanto desiderato da tutti, ricordando che il comandamento fondamentale è quello dell'amore”.
Infine il Clero diocesano boliviano ribadisce l’impegno “a camminare insieme nella comunità presbiterale, con i nostri Vescovi e il nostro popolo per testimoniare la misericordia di Dio”, accompagnando la costruzione di una società dove regnino l'amore, l'unità, la libertà, la giustizia e la pace. Grati a Dio per il Dono della vocazione, ringraziano tutti coloro che collaborano “in questo arduo compito dell’evangelizzazione, mettendoci tutto l’impegno possibile, per costruire il Regno di Dio”. All'intercessione della Beata Vergine Maria, invocata con il titolo di Urkupiña, i sacerdoti boliviani affidano la loro vita e la vita dei loro popoli, perché li protegga sempre da tutti i pericoli presenti e “per camminare con gioia, mostrando a tutti la via della Salvezza.
(SL) (Agenzia Fides 08/07/2022)


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