AMERICA/ECUADOR - Una tregua per avviare il dialogo e uscire dalla crisi: i Vescovi si propongono osservatori del processo

venerdì, 24 giugno 2022

Quito (Agenzia Fides) - L’Ecuador sta vivendo diverse crisi: una crisi economica (con la mancanza di lavoro, di istruzione, di viveri, di assistenza sanitaria, di alloggi, acuita dalla tratta di persone, dal narcotraffico, dal commercio delle armi); una crisi sociale, per l’insicurezza e lo scontento che minano la convivenza pacifica; una crisi politica, che molte volte non ha risposto alle grandi aspirazioni della popolazione privilegiando gli interessi solo di alcuni; una crisi etica in tutti gli ambiti della vita pubblica e privata, espressa in modo particolare dalla corruzione; una crisi ecologica che mette in serio pericolo la casa comune per l’attività di estrazione senza regole e la contaminazione dell’ambiente.
Il quadro della situazione è stato fatto dai Vescovi dell’Ecuador, durante la conferenza stampa che hanno tenuto ieri, 23 giugno, a Quito, nella “Giornata di preghiera per il dialogo e la pace” nel paese latinoamericano, sconvolto da dieci giorni di violenze e scontri (vedi Fides 22/6/2022). La Messa, presieduta dal Presidente della Conferenza Episcopale, Mons. Luis Cabrera, e concelebrata da alcuni Vescovi dell’Ecuador, è stata trasmessa dai social media ecclesiali.
“Queste e altre crisi ci sfidano a cercare, in maniera realista, valida e creativa, le soluzioni migliori che portino beneficio a tutte le popolazioni e ai gruppi del nostro paese, soprattutto alla grande maggioranza di esclusi e di poveri della società” hanno sottolineato i Vescovi nell’incontro con i giornalisti.
In questo cammino di ricerca, il dialogo è la strada “più intelligente e fraterna”, che coinvolga il Governo ed i movimenti indigeni e sociali. “Interpretando i sentimenti della maggior parte degli ecuadoriani che desiderano e chiedono la pace – hanno affermato i Vescovi -, diverse organizzazioni della società civile propongono al Governo e alle organizzazioni e ai movimenti sociali, una tregua, basata sull’impegno concreto, accompagnata da osservatori e garanti di alto profilo, a livello nazionale e internazionale, ritenuti adatti dalle parti”.
Perché questa tregua sia possibile, i Vescovi propongono alcuni impegni: un canale diretto di dialogo tra governo e movimenti indigeni; sospendere ogni atto di violenza; creare zone libere dal conflitto, dove sia garantita la pace; ripresa immediata della consegna di viveri in tutto il paese, e durante il dialogo, sia possibile l’accesso ai servizi di base e a quelli sanitari.
“Noi ci offriamo come osservatori di tutto questo processo” sottolineano i Vescovi, che durante la conferenza stampa hanno proposto anche una “Campagna di sostegno umanitario, pace e promozione del dialogo” che coinvolga tutti i settori sociali e accademici, in modo ampio e pluralista.
(SL) (Agenzia Fides 24/6/2022)


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