AMERICA/MESSICO - “La pace deve essere possibile!” ribadiscono i Vescovi, ritrovati i corpi dei sacerdoti uccisi

venerdì, 24 giugno 2022 missionari uccisi   violenza   istituti religiosi   chiese locali   situazione sociale   narcotraffico  

Celam

Città del Messico (Agenzia Fides) - “Il recente omicidio di un civile e di due sacerdoti gesuiti all'interno della chiesa cattolica di Cerocahui, nella regione Tarahumara di Chihuahua, è solo un altro esempio della mancanza di valori e sensibilità che è stata raggiunta, perdendo ogni rispetto per la dignità umana. I dati ufficiali ci parlano di quasi 122.000 omicidi per mano di criminali durante gli ultimi tre anni e mezzo. Quanti omicidi in Messico!” Lo scrivono i Vescovi del Messico nel loro “Messaggio per la pace” in cui si rivolgono al Popolo del Messico “con profonda preoccupazione per la crescente violenza subita dal nostro amato Paese e con grande tristezza per la perdita di migliaia di vite innocenti”.
Con dolore evidenziano che “la criminalità si è diffusa ovunque sconvolgendo la vita quotidiana di tutta la società”, raggiungendo “livelli di crudeltà disumana nelle esecuzioni e nei massacri che hanno reso il nostro paese uno dei luoghi più insicuri e violenti del mondo”. I Vescovo riconoscono che “come Chiesa non abbiamo fatto abbastanza nell'evangelizzazione dei popoli ed è necessario raddoppiare i nostri sforzi”, nella ricostruzione del tessuto sociale e nel lavoro pastorale. “Riaffermiamo il nostro impegno per la costruzione della pace, pertanto, chiediamo a tutto il Popolo di Dio, specialmente sacerdoti, religiosi, religiose, catechisti, evangelizzatori e altri operatori pastorali, di unirsi all'opera per realizzare il progetto di Pace di Cristo”.
Dopo aver espresso vicinanza e solidarietà a tutte le vittime della violenza, i Vescovi si uniscono alle migliaia di cittadini di buona volontà che chiedono di mettere fine a questa situazione. “Non possiamo essere indifferenti o ignari di ciò che ci riguarda tutti”. Si rivolgono quindi al Governo Federale e ai diversi livelli di autorità: “è tempo di rivedere le strategie di sicurezza che stanno fallendo”. E' tempo di ascoltare i cittadini, i parenti delle vittime, degli assassinati e degli scomparsi, le forze di polizia, accademici e ricercatori, le denunce dei media, tutte le forze politiche, la società civile e le associazioni religiose. “Crediamo che non sia utile negare la realtà e incolpare i tempi passati per ciò che dobbiamo risolvere ora – proseguono -. Ascoltarci non rende debole nessuno, anzi, ci rafforza come Nazione”. Uniti al popolo messicano, di cui fanno parte, i Vescovi chiedono rispettosamente alle autorità politiche “di convocare un dialogo nazionale per intraprendere azioni intelligenti e globali al fine di raggiungere la pace attraverso la partecipazione congiunta”. "La pace è possibile, e deve essere possibile" concludono, evidenziando che “in questo compito tutti i cittadini di buona volontà possono essere alleati. Non perdiamo questa occasione!”.
Intanto sono stati recuperati i cadaveri dei due sacerdoti e della terza persona, la guida turistica Pedro Palma, uccisi il 20 giugno da uomini armati all'interno della chiesa di Cerocahui. Dopo il triplice omicidio, il gruppo aveva infatti portato con sé i corpi (vedi Fides 22/6/2022). Il presidente del Messico, Andrés Manuel López Obrador, ha inviato un nutrito contingente di militari nella zona montuosa dello stato di Chihuahua, considerata una delle zone più pericolose del Messico, per catturare il mandante del crimine. La polizia ritiene sia José Noriel Portillo Gil, alias “El Chueco”, capo della cellula locale del cartello dei narcotrafficanti di Sinaloa. La Procura generale dello stato di Chihuahua ha offerto una ricompensa a chi fornirà informazioni che possano portare alla sua cattura.
Al termine dell’udienza generale di mercoledì 22 giugno, anche Papa Francesco aveva espresso la sua partecipazione ai tragici eventi di Chihuahua: “Esprimo altresì il mio dolore e sgomento per l’uccisione in Messico, l’altro ieri, di due religiosi gesuiti, fratelli miei, e di un laico. Quante uccisioni in Messico! Sono vicino con l’affetto e la preghiera alla comunità cattolica colpita da questa tragedia. Ancora una volta, ripeto che la violenza non risolve i problemi, ma accresce le inutili sofferenze”.
La presidenza del Consiglio episcopale latinoamericano (CELAM) ha espresso costernazione per il crimine in un messaggio di solidarietà: “Accompagniamo con la nostra preghiera la Chiesa del Messico in quest'ora di afflizione, e in modo speciale i nostri fratelli della Compagnia di Gesù che, come tanti sacerdoti, missionari e membri della vita religiosa, rimangono fedeli alla loro missione, nonostante le minacce contro la loro integrità, accompagnando le comunità, assistendole, celebrando la fede e vegliando sulla loro vita fino alle ultime conseguenze, sull'esempio di nostro Signore Gesù Cristo, che ha dato la vita sulla croce per la nostra salvezza”.
Denunciando le molteplici forme di violenza che colpiscono quella regione del continente, il CELAM esorta le autorità a svolgere rapidamente le indagini che consegnino i responsabili alla giustizia, e ad assicurare la sicurezza della comunità locale. Invita infine a non perdere la speranza di fronte a questi tragici eventi, invocando l’intercessione dei “tanti martiri dell'America Latina e dei Caraibi che versarono il loro sangue per amore di Dio, dei poveri e per la difesa del Creato”.
(SL) (Agenzia Fides 24/6/2022)


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