AFRICA/KENYA - Nuova Costituzione: una dichiarazione dei Vescovi invita ad informare i cittadini ed a partecipare al referendum

venerdì, 2 settembre 2005

Nairobi (Agenzia Fides)- “È un invito alla popolazione ad esprimersi liberamente andando a votare nel referendum per approvare o respingere la nuova Costituzione” dice all’Agenzia Fides p. Eugenio Ferrari, missionario della Consolata e Direttore delle Pontificie Opere Missionarie del Kenya, commentando la dichiarazione dei Vescovi del Kenya sul testo della nuova Costituzione che è stato pubblicato il 22 agosto scorso dopo essere stato approvato dal Parlamento e rivisto dal Procuratore della Repubblica , Amos Wako. Il testo sarà sottoposto al giudizio popolare con un referendum che si terrà probabilmente a novembre.
“Pur esprimendo riserve su alcuni punti, i Vescovi ritengono che vi sono stati notevoli miglioramenti rispetto alla bozza presentata dalla Commissione Bomas, un organo consultivo che aveva preparato un documento che è stato ampiamente modificato dal Parlamento” prosegue p. Ferrari. Nella loro dichiarazione i Vescovi affermano che “il testo approvato il 22 agosto può essere presentato al popolo perché prende una decisione attraverso il referendum”. I Vescovi però sottolineano la necessità di “informare i cittadini sul tema attraverso un programma di educazione civica”.
Il nuovo testo di 197 pagine modifica l’attuale Costituzione sotto diversi profili. In primo luogo prevede la creazione di un vice Presidente e della figura del Primo Ministro, totalmente assenti nell’attuale sistema politico keniano. Il Presidente rimane comunque dotato di ampie attribuzioni , tra i quali il potere di nominare e licenziare il Premier e i ministri. Proprio sui poteri del Presidente vi era stato un duro scontro politico nei mesi scorsi. La prima bozza infatti prevedeva la trasformazione del Kenya da Repubblica presidenziale a Repubblica parlamentare in cui al Presidente restavano solo poteri di controllo. Il testo creava la figura del Premier che di fatto sarebbe stato colui che avrebbe governato il paese. Sulla scorta dell'accordo su questo tipo di Costituzione, che si sarebbe dovuta approvare entro 100 giorni, fu varata la grande coalizione: “Rainbow” che ha portato all’elezione di Mwai Kibaki a Capo di Stato.
Il testo che sarà sottoposto all’approvazione popolare prevede che un terzo dei parlamentari dovranno essere donne ma cancella alcune norme per la promozione dei giovani, delle minoranze e dei disabili. Un altro punto che ha suscitato un dibattito acceso è il rafforzamento del ruolo delle corti islamiche (“Kadhi”) competenti a giudicare materie quali matrimonio, divorzio e diritti ereditari dei cittadini di fede islamica. I cristiani hanno sollevato diverse obiezioni sostenendo che lo Stato deve essere laico e non vi devono essere corti separate per una parte dei cittadini.
Le corti islamiche sono già riconosciute dalla vecchia costituzione in base ad un trattato del 1963, con il quale lo Zanzibar cedeva al Kenya una striscia di costa di 10 miglia, abitata in prevalenza da musulmani. Il Kenya si era impegnato a rispettare i diritti e il sistema di credenze di queste popolazioni.
I cristiani dicono che a 40 anni di distanza da quel trattato non vi sono più ragioni che giustificano il mantenimento di una corte separata per i musulmani, e che quindi la nuova costituzione dovrebbe abolire il riconoscimento dei tribunali islamici. (L.M.) (Agenzia Fides 2/9/2005 righe 46 parole 567)


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