AFRICA/CAMERUN - La missione dell’Arcivescovo Nkea: portare pace e riconciliazione nel Paese

venerdì, 17 giugno 2022 pace   riconciliazione   diritti umani  

Bamenda (Agenzia Fides) - “Il nucleo del discorso inaugurale della mia nomina a presidente della Conferenza Episcopale del Camerun, riflette ciò che spero e sogno da tempo: dedicare la mia missione a restaurare la pace nel Paese, non solo nelle regioni anglofone, anche nel nord vessato da Boko Haram, nelle aree orientali dove risiedono tanti rifugiati fuggiti dal Centrafrica, e unire la Chiesa del Camerun perché parli con una sola voce”. Così si esprime in un colloquio con l’Agenzia Fides Mons. Andrew Nkea Fuanya, da poco divenuto il presidente della Conferenza Episcopale del Camerun, e Arcivescovo di Bamenda, il capoluogo delle regioni anglofone, tormentato da ormai più di cinque anni da tensioni molto gravi che vedono protagonisti i gruppi armati separatisti e l’esercito. L’Arcivescovo conosce profondamente la realtà in cui vive, le sofferenze del suo popolo e, al tempo stesso, è consapevole delle potenzialità della Chiesa che da aprile rappresenta, nel processo per favorire distensione, dialogo e riconciliazione.
“La principale sfida della nostra Chiesa – afferma - è che la gente guardi a noi come i suoi principali difensori, come coloro che osservano, ascoltano le sofferenze della popolazione e, patendo con essa, trovino modi per uscire dalla situazione di dolore. Lo scorso 10 giugno sono stato ricevuto dal primo ministro a Yaoundè. Era il primo incontro ufficiale da quando sono stato nominato presidente dei vescovi ed è stata una buona occasione per discutere possibilità, metodi, azioni per portare pace e riconciliazione nel Paese. Noi riteniamo che l’unica via sia il dialogo e per noi non è semplice essere in mezzo tra il governo e i separatisti: entrambi vorrebbero che prendessimo posizione per gli uni o per gli altri, ma la Chiesa è dalla parte della gente, è in mezzo alla gente che è intrappolata tra i separatisti da una parte e i militari dall’altra, in una situazione che crea molta paura. Nel frattempo abbiamo promosso incontri con tutti i preti della mia diocesi (Bamenda è la terza città del Camerun, con 2 milioni circa di abitanti) e continueremo a parlare di questo per trovare una via di pace. Desideriamo indicare una strada comune, non si tratta di seguire la mia personale visione, ma quella della Chiesa. Cerchiamo di applicare gli insegnamenti sociali della Chiesa che mirano al bene comune, al rispetto dei diritti, all’equa distribuzione delle ricchezze nazionali e lo sviluppo delle condizioni di vita del popolo”.
La fede cristiana è professata da circa il 70% degli abitanti del Camerun. La chiesa cattolica, con 26 diocesi, rappresenta la maggioranza con circa il 40% dei fedeli. “Come Presidente della Conferenza Episcopale, intendo rendere concreta la collegialità effettiva e affettiva dei Vescovi. Questa sarà per noi una importante sfida per superare le divisioni, nell’ambito della Conferenza. Il mio principale obiettivo, quindi, sarà quello di unire la Conferenza e assicurare che i preti, i religiosi, non cadano nella trappola della divisione etnica e linguistica”.
(LA) (Agenzia Fides 17/6/2022)


Condividi: