ASIA/INDIA - Aumento della violenza contro chiese e cristiani: si chiede un'azione urgente del governo

lunedì, 13 giugno 2022 diritti umani   violenza   minoranze religiose   libertà religiosa  

New Delhi (Agenzia Fides) - Un intervento giudiziario e politico urgente per controllare e fermare il rapido aumento di episodi di violenza, coercizione e falsi arresti, che traumatizzano la comunità cristiana in India: è quanto chiede in un appello pubblico, inviato all'Agenzia Fides, lo United Christian Forum (UCF), ente ecumenico che raccoglie rappresentanti di diverse confessioni in India.
Finora nel 2022, rileva l'UCF, si è verificato più di un incidente ogni giorno. Ci sono stati 40 incidenti a gennaio, 35 a febbraio, 33 a marzo, 40 ad aprile e quasi il doppio a maggio con 57 incidenti in 31 giorni con quasi 2 incidenti al giorno. Si sono verificati 48 incidenti nell'Uttar Pradesh, 44 nel Chhattisgarh, 23 nel Jharkhand e 14 nel Madhya Pradesh. Con l'attuazione della nuova ordinanza anti-conversione in Karnataka, sono stati segnalati 6 casi dallo stato.
"La persecuzione è più acuta in stati come Uttar Pradesh, Madhya Pradesh, Chhattisgarh e Karnataka", nota l'UCF, citando i dati raccolti dalla sua "National Helpline", un numero verde avviato e gestito da UCF per monitorare gli episodi di violenza. “Sebbene l'anno 2022 non sia nemmeno a metà, ci sono già stati 207 casi di violenza. Solo a maggio di quest'anno abbiamo registrato 57 casi. Nel 2021, l'UCF aveva documentato 505 casi, con il Natale che ha visto 16 atti di violenza, tra i quali la profanazione e il danneggiamento di statue di Gesù Cristo in una chiesa storica nello stato di Haryana", affermato A. C. Michael, coordinatore nazionale dell'UCF in una nota inviata a Fides.
“Questo dato - osserva Michael - va contro le dichiarazioni di funzionari del governo federale e nei diversi Stati, secondo i quali c'è alcuna persecuzione e sono solo pochi incidenti isolati, da parte di elementi marginali”.
I colpevoli - nota l'UCF - spesso filmano i loro atti di vandalismo e violenza fisica su donne e uomini disarmati, sfidando in tal modo la legge: Pastori e fedeli pacifici e altri vengono arrestati con l'accusa di "conversione" durante i incontri di preghiera di routine. In tutti questi casi, agenti di polizia fanno da spettatori e, in alcuni casi, partecipano attivamente alla violenza. "Nonostante gli appelli a funzionari e amministratori, la polizia non segue le procedure e non dispone indagini", si rileva.
Oltre alle aggressioni fisiche, gli incidenti includono brutalità contro le donne, vandalismo, chiusura forzata delle chiese, interruzione delle preghiere domenicali e ostracismo sociale, ben visibile nelle piccole città e nei villaggi.
Michael espone a Fides due casi del Chhattisgarh e uno dell'Uttar Pradesh come esemplificativi della violenza sui cristiani. Il 2 maggio, nel distretto di Bastar, una donna cristiana di 65 anni e suo figlio sono stati minacciati di boicottaggio sociale dal "Panchayat" (il Consiglio del villaggio) se continuavano a professare la fede cristiana. I due non hanno accettato di abiurare. A questo, sono stati percossi e gravemente feriti. La donna ha riportato ferite multiple, inclusa una ferita alla testa, ed è stata ricoverata in ospedale. Una denuncia è stata presentata alla Soprintendenza della Polizia distrettuale
Il 31 maggio scorso, nel distretto di Jaunpur, nell'Uttar Pradesh, un Pastore protestante stava guidando una liturgia quando una folla è entrata nella sala, lo ha trascinato fuori e lo ha picchiato dicendo che stava convertendo delle persone. La polizia, invece di agire contro gli assalitori, ha arrestato il pastore, incriminandolo ai sensi della sezione 295a del codice penale indiano (atti deliberati e maligni, volti a oltraggiare i sentimenti religiosi). Il Pastore è rimasto in carcere fino al rilascio su cauzione il 3 giugno scorso.
“Musulmani e cristiani in India sono nel mirino di militanti nazionalisti indù in tutto il paese. La polizia è complice”, commenta all'Agenzia Fides John Dayal, anziano leader cattolico laico, giornalista e attivista per i diritti umani.
Il numero verde dell' UCF è una linea telefonica di emergenza lanciata nel gennaio 2015 con l'obiettivo di difendere la libertà fondamentale e promuovere i valori di giustizia, libertà, uguaglianza e fraternità in India. La linea di assistenza aiuta le persone in difficoltà, in particolare quanti non sono a conoscenza della legge e del sistema, guidandole su come rivolgersi alle autorità pubbliche e fornendo consulenza legali.
Secondo i registri dell'UCF, nel 2014 vi sono stati 127 atti di violenza anticristiana, 142 nel 2015, 226 nel 2016, 248 nel 2017, 292 nel 2018, 328 nel 2019, 279 nel 2020, 505 episodi di violenza nel 2021.
(SD-PA) (Agenzia Fides 13/6/2022)


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