ASIA/SRI LANKA - La Chiesa moltiplica gli sforzi per la riconciliazione e la pace

mercoledì, 31 agosto 2005

Colombo (Agenzia Fides) - “Nonostante i significativi progressi degli ultimi tre anni, lo Sri Lanka si trova a un bivio. La sospensione dei colloqui di pace e i recenti scontri tra i gruppi di ribelli tamil hanno messo a rischio la tregua. I negoziati sono in stallo e la pace è in pericolo”, afferma il gesuita p. Vinny Joseph, Direttore del Jesuit Refugees Service in Sri Lanka. Il quadro politico si è anche complicato a causa dell’assassinio del Ministro degli Esteri del paese, Lakshman Kadirgamar, in seguito al quale la presidente Chandrika Kumaratunga ha dichiarato lo stato di emergenza.
In questa delicata fase, in cui gli osservatori prospettano il rischio di una nuova fase di conflitto, la Chiesa cattolica sta moltiplicando gli sforzi, a tutti i livelli, per mantenere la pace e per far progredire il cammino di avvicinamento verso i negoziati.
Uno dei settori in cui l’impegno delle comunità cattoliche si avverte molto è quello della distribuzione degli aiuti dopo lo tsunami del 26 dicembre 2004: in un primo momento il disastro aveva aumentato le speranze di un riavvicinamento tra le parti, ma negli ultimi mesi le accuse di “discriminazione nella distribuzione degli aiuti” ha creato forti tensioni a livello sociale. La divisione virtuale del paese fra aree sotto controllo del Governo e quelle dove domina il Liberation Tigers of Tamil Eelam (Ltte) complica la regolare distribuzione degli aiuti. Sacerdoti, religiosi e volontari laici cattolici, sotto l’egida della Caritas Sri Lanka, stanno operando con grande impegno, mantenendo i criteri di massima equità, giustizia e trasparenza nella distribuzione degli aiuti e nel lavoro di ricostruzione che è in corso.
Il 24 giugno il governo dello Sri Lanka aveva concluso con l’Ltte un accordo sulla distribuzione dei fondi per lo tsunami: ma uno dei partiti oltranzisti nella coalizione di governo, il Jvp, ha portato l’accordo in tribunale. Il 15 luglio, la Corte Suprema ha sospeso l'accordo fino al suo pronunciamento, atteso in settembre.
Tutti questi elementi non fanno ben sperare in una ripresa a breve termine dei colloqui di pace, anche se di recente il fronte tamil ha escluso di voler tornare alla lotta armata. Inoltre, nell'aprile scorso, una costola dell'Ltte si è separata e scontrata con lo stesso movimento; i ribelli hanno accusato l'esercito di aver giocato un ruolo importante nel dividere il fronte tamil.
Il Liberation Tigers of Tamil Eelam (“Tigri per la liberazione della patria tamil”) è stato creato da Vellupilai Prabahkaran nel 1976 e controlla aree nel Nord e nell’Est del paese. La guerriglia contro il governo di Colombo, durata oltre vent’anni, ha prodotto 60.000 morti. Nel 2002 le parti hanno firmato una tregua, ma si attende ancora la stesura di un vero e proprio accordo di pace.
(PA) (Agenzia Fides 31/8/2005 righe: 34 parole: 383)


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