AFRICA/GHANA - “Matthew 25”: il primo centro di aiuto ai malati di AIDS promosso dalla Chiesa cattolica in Ghana

martedì, 30 agosto 2005

Accra (Agenzia Fides)- Una speranza per i malati di AIDS in Ghana. È quanto rappresenta “Matthew 25”, un centro per i malati di AIDS fondato nel 2003 dalla Chiesa locale nella diocesi di Koforidua nell’est del Paese. Secondo quanto riporta l’Agenzia “Apic”, il centro prende il nome dal capitolo 25 del Vangelo di Matteo che invita i cristiani a mettersi al servizio del prossimo: “Perché ho avuto fame mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere, ero uno straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, prigioniero e siete venuti a trovarmi… quello che avete fatto al più piccolo di questi fratelli, è a me che l’avete fatto”.
“Matthew 25” è stata ideato e realizzato da don Alex Bobby Benson, un sacerdote diocesano di 53 anni, che ha studiato psicologia clinica in Irlanda e negli Stati Uniti. Nella diocesi di Koforidua è affetto dal virus HIV il 3,6% della popolazione, ovvero più di 700mila persone della quali i due terzi sono donne. Le persone colpite dalla malattia sono chiamate “Plwhas” nella lingua locale.
Il centro diffonde informazioni sull’AIDS e consiglia i malati sulle terapie e gli stili di vita da adottare. È anche un luogo di aggregazione e offre la possibilità ai “Plwhas” di fabbricare vestiti tradizionali, camicie e altri capi di vestiario da vendere per ricavare una piccola rendita. “Astenetevi dalla relazioni sessuali prematrimoniali, dai comportamenti sessuali irresponsabili, dalla relazioni multiple, dal prendere droghe; siate fedeli al vostro partner, a voi stessi, alla vostra famiglie, alla vostra comunità, al vostro Dio, cambiate atteggiamento nei confronti di soffrono di AIDS” sono alcuni degli slogan che si leggono nei manifesti e nei volantini distribuiti dal centro.
“Moralmente abbiamo un forte sostegno, ma pochi mezzi materiali e poche possibilità di accedere ai farmaci antiretrovirali” affermano i responsabili del centro che sottolineano l’importanza di centri simili per evitare l’emarginazione dei malati di AIDS e dei sieropositivi. A questo fine “Matthew 25” è aperto a tutti, indipendentemente dalla fede professata: cattolici, protestanti, musulmani e adepti della religioni tradizionali.
“Matthew 25” aiuta infine circa 200 tra bambini e ragazzi resi orfani dalla pandemia, sostenendo i familiari che si prendono cura di loro nelle spese alimentari e scolastiche. (L.M.) (Agenzia Fides 30/8/2005 righe 38 parole 398)


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