AFRICA/EGITTO - Addio al Cardinale Antonios Naguib, Patriarca emerito dei copti cattolici

lunedì, 28 marzo 2022 chiese orientali   martiri   medio oriente   dialogo   ecumenismo  

Il Cairo (Agenzia Fides) – “E’ stato per tutti noi un buon pastore. E per me anche un padre. Lui mi ha ordinato sacerdote, e sono stato proprio il primo a ricevere da lui l’ordinazione episcopale, nel giugno 1978, quando lui era Vescovo da pochi mesi”. Così Anba Antonios Aziz Mina, Vescovo copto cattolico emerito di Guizeh, ricorda con commozione la figura del Cardinale egiziano Antonios Naguib, Patriarca emerito della Chiesa cattolica copta, scomparso nella notte tra il 27 e il 28 marzo, all’età di 87 anni. “Li aveva compiuti da pochi giorni, lo scorso 18 marzo” confida all’Agenzia Fides Anba Antonios Aziz Mina “e in quel giorno sono riuscito a sentirlo per l’ultima volta al telefono, per fargli gli auguri. Oggi, pur addolorato per la sua morte, ringrazio il Signore per il dono di aver percorso accanto a lui buona parte del mio cammino”.
La morte di Antonios Naguib è avvenuta nell’Ospedale italiano del Cairo, dove il Cardinale e Patriarca egiziano era ricoverato nel reparto di terapia intensiva a causa del peggioramento delle sue condizioni di salute. Le prime informazioni circolanti sulla causa della morte fanno riferimento all’aggravarsi dell’insufficienza renale di cui il Patriarca emerito soffriva da tempo.
La vicenda personale di Antonios Naguib si intreccia con il cammino compiuto dalla Chiesa copta cattolica (comunità ecclesiale a cui appartengono circa 250mila battezzati) insieme alle altre comunità cristiane – a cominciare dalla preponderante Chiesa copta ortodossa – lungo gli ultimi decenni della storia egiziana, disseminata di momenti travagliati. Nato nel 1935 a Samalut, nella Provincia di Minya, aveva studiato presso il seminario interrituale di Maadi, al Cairo, e poi a Roma, presso la Pontificia Università Urbaniana. Ordinato sacerdote nel 1960, dopo aver ottenuto la licenza in teologia e Sacra Scrittura, aveva contribuito con un gruppo di teologi copti ortodossi e protestanti alla preparazione di una traduzione in arabo della Bibbia. Divenuto Vescovo copto cattolico di Minya nel settembre 1977, aveva lavorato con sollecitudine alla promozione delle attività pastorali e catechetiche diocesane. Era stato eletto Patriarca di Alessandria dei copti cattolici il 30 marzo 2006, dopo che il predecessore Stéphanos II Ghattas si era ritirato per motivi legati all’età e alla salute. Da Patriarca, Antonios Naguib aveva ricevuto la “Ecclesiastica Communio” da Papa Benedetto XVI il 7 aprile 2006. Nell’Ottobre 2010, il Pontefice lo aveva nominato Relatore Generale dell’Assemblea speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi. Creato cardinale da Benedetto XVI nel Concistoro del 20 novembre 2010, Antonios Naguib aveva rinunciato all’incarico patriarcale nel gennaio 2013, a causa di sopravvenuti problemi di salute, ma aveva comunque preso parte al Conclave del marzo 2013, che ha eletto Pontefice Papa Francesco.
La lungimiranza pastorale e l’attitudine al discernimento spirituale di Antonios Naguib emersero anche negli anni tribolati vissuti dall’Egitto e dalle comunità cristiane egiziane tra il 2010 e il 2013. Tempo segnato anche dall’inizio delle cosiddette “Primavere arabe”, che vide la cacciata del Presidente Hosni Mubarak e poi la stagione del governo guidato dai Fratelli Musulmani. Quel periodo fu segnato indelebilmente dalla strage di cristiani avvenuta nella chiesa copta ortodossa dei Santi, a Alessandria d’Egitto, il 31 dicembre 2010. In un’intervista rilasciata alla rivista 30Giorni nel gennaio del 2011, il Patriarca Naguib, in merito a qual tragico episodio, aveva richiamato anche “l’ipotesi, circolata particolarmente tra i cristiani, secondo cui lo stesso ministro dell’Interno (del governo ancora rispondente al presidente Mubarak, ndr) aveva pianificato la strage di Alessandria, per giustificare un rafforzamento dei controlli di polizia”.
Nella stessa intervista, il Patriarca Naguib tratteggiava con dettagli suggestivi i vincoli spirituali dei copti cattolici con i fratelli della Chiesa copta ortodossa. “Noi copti cattolici” notava tra le altre cose il cardinale egiziano “distinguiamo tra patrimonio spirituale ascetico-monastico e patrimonio teologico-dogmatico. Mentre per loro la teologia coincide con la Sacra Scrittura, con i Padri della Chiesa e con la ricca tradizione spirituale monastica. Così tutto rimane uguale all’inizio; non c’è quella differenziazione a cui si assiste nella Chiesa cattolica attraverso i secoli. E devo dire che per noi copti cattolici la vicinanza con questa realtà dei nostri fratelli copti ortodossi è un aiuto, perché la nostra formazione ‘all’occidentale’ contiene un rischio di intellettualismo. Mentre da loro è tutto molto più semplice ed essenziale. Il punto che ci unisce tutti è la liturgia. Dobbiamo dire che la fede in Egitto si è custodita e tramandata non per la teologia, per la cultura civile, per i grandi predicatori, ma per l’attaccamento viscerale alla liturgia vissuto dai cristiani delle nostre parti. È la liturgia la nostra vera patria spirituale”. Nella stessa intervista, il Patriarca Naguib esprimeva giudizi chiari anche verso le campagne e mobilitazioni geo-politiche che prendono a pretesto sofferenze e tribolazioni delle comunità cristiane: “Come cristiani dell’Egitto” sottolineava allora il Cardinale egiziano “vediamo che ogni appello a pressioni diplomatiche, a iniziative punitive o a sanzioni economiche rivolte all’Egitto per le vicende che riguardano i cristiani egiziani, è il danno più grave che si possa fare agli stessi cristiani”.
(GV) (Agenzia Fides 28/3/2022)


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