ASIA/TERRA SANTA - Progetto israeliano per inglobare il Monte degli Ulivi in un Parco nazionale. Capi delle Chiese: dietro c'è un’agenda ideologica

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Gerusalemme (Agenzia Fides) – Il Monte degli Ulivi, a Gerusalemme, è al centro di un progetto avviato dalle autorità israeliane per espandere i confini di un Parco nazionale fino a inglobare terreni di proprietà ecclesiastica situati in quell’area, cara alla fede di cristiani in tutto il mondo. I passi compiuti per la realizzazione del progetto hanno messo in allarme le Chiese di Terra Santa, e hanno spinto i rappresentanti di alcune di esse a inviare una lettera al ministro israeliane per l’ambiente per chiedere di accantonare il piano in questione.
Il progetto, finora non pubblicizzato, è identificato con la sigla 101-674788 e, una volta realizzato, vedrebbe i confini del Parco Nazionale delle Mura di Gerusalemme estendersi fino a includere un'ampia sezione del Monte degli Ulivi, insieme a parti ulteriori delle Valli del Cedron e di Hinnom. Il Piano, promosso dall’Autorità israeliana per i Parchi e la Natura (Inpa), dovrebbe essere presentato al Comitato per la pianificazione del comune di Gerusalemme il prossimo 2 marzo, per ottenere l'approvazione preliminare. Nel frattempo, venerdì 18 febbraio, il Patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme Theophilos III, insieme a padre Francesco Patton ofm, Custode di Terra Santa, e a Nourhan Manougian, Patriarca armeno di Gerusalemme, hanno inviato una lettera al Ministro israeliano della Protezione ambientale Tamar Zandberg, chiedendo di adoperarsi per fermare il progetto. "Sebbene il piano sia presentato ufficialmente dall'Inpa” - si legge in alcuni stralci della lettera, pubblicati dalla testata online The Times of Israel - sembra che esso sia stato proposto e sia orchestrato e promosso da entità il cui unico scopo apparente è quello di confiscare e nazionalizzare uno dei luoghi più sacri per la cristianità, e alterarne la natura”. Nella lettera degli alti rappresentanti ecclesiastici il progetto viene definito “brutale”: “Con il pretesto di proteggere gli spazi verdi” - si legge tra l’altro nella missiva - “il piano sembra servire a un'agenda ideologica che nega lo status e i diritti dei cristiani a Gerusalemme".
La lettera firmata dai tre rappresentanti delle Chiese di Gerusalemme è stata inviata per conoscenza anche ai Consoli generali di Francia, Turchia, Italia, Grecia, Spagna, Regno Unito, Belgio e Svezia.
I portavoce dell’Inpa riferiscono che il progetto ha solo l’intento di salvaguardare dal punto di vista ambientale il patrimonio naturale e storico dell’area, e che non verrebbero formalmente i diritti di proprietà di privati o enti ecclesiastici a cui sono intestate le terre.
Il Parco Nazionale delle Mura di Gerusalemme – ricorda The Times of Israel - è stato aperto negli anni '70 del secolo scorso. Nel progetto allora realizzato, si evitò di includere gran parte dell’area intorno al Monte degli Ulivi, il luogo in cui iniziò la passione di Cristo, e dove ora sono concentrate più di una dozzina di chiese e luoghi cari alla devozione dei cristiani, come la chiesa dell’Agonia, il Getsemani, il Monastero delle Suore Brigidine, la chiesa di Viri Galilaei. Già a quell’epoca le autorità avevano preso in considerazione una "fase due" del progetto, volta a espandere il Parco nazionale, ma tale opzione allora era stata accantonata per non suscitare reazioni prevedibili, vista la natura peculiare dell’area che si intendeva inglobare. A più di cinque decenni di distanza, lo stesso progetto di espansione viene riesumato, mentre esponenti di gruppi israeliani critici dell’attuale linea di governo chiamano in causa i legami esistenti tra l’Inpa e i gruppi nazionalisti che puntano a ridurre gradualmente la presenza palestinese nelle aree contese di Gerusalemme est. Secondo tali analisti, anche il piano di espansione del Parco delle mura farebbe parte di una più ampia strategia nazionalista volta a "circondare" la Città Vecchia di Gerusalemme.
(GV) (Agenzia Fides 21/2/2022)


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