ASIA/IRAQ- “Dio non abbandona mai il suo popolo, in nessuna situazione” : una laica irachena parla del proprio impegno nella Chiesa nonostante la difficile situazione del paese

lunedì, 1 agosto 2005

Bagdad (Agenzia Fides) - Appena terminati gli studi di teologia presso il “Babel College”, l’Università cattolica irachena, una laica cattolica dell’Iraq ha parlato a Fides del suo impegno con due gruppi di sostegno per i poveri e per le donne, oltre al prossimo lavoro che intraprenderà per il Tribunale ecclesiastico. L’organizzazione del gruppo di aiuto ai poveri, “Il cuore della vita”, è competenza di una suora caldea con alcuni ragazzi. L’altro gruppo, guidato da un padre Domenicano, si occupa di aiutare la donna irachena a riconoscere il proprio ruolo nella società.
“Per quanto riguarda la fede cattolica - sottolinea la giovane irachena - oggi è più che mai ferma nei credenti iracheni la convinzione che “Dio non abbandona mai il suo popolo, in nessuna situazione”. Nonostante le difficoltà la celebrazione della Santa Messa domenicale non è mai stata sospesa.
Dappertutto a Baghdad si respira aria di morte con tante vittime innocenti, ma la vita continua, i bambini nascono e gli adolescenti crescono con un grande bisogno di amore. La situazione non può lasciare indifferenti: o si decide di lasciare tutto oppure si incomincia a lavorare. Le persone hanno bisogno di fiducia, di sorrisi, di speranza che diano sollievo al loro cuore. Devono capire che non sono soli nella sofferenza e devono essere incoraggiati a guardare anche la morte con gli occhi della fede. In quanto cristiani non possiamo negare questa realtà dolorosa ma dobbiamo sostenere e aprire il dialogo con qualsiasi persona senza guardare l’età, il lavoro e la religione. Oggi in Iraq è importante diffondere il dialogo tra tutti.
Quando la nostra vita è in pericolo e ci salviamo capiamo che la nostra vita non la viviamo per noi ma per l’altro. Quando sentiamo un’esplosione sorridiamo perché non sentirla significherebbe che siamo morte sotto le bombe e ringraziamo Dio per ogni giorno nuovo. E’ importante far conoscere Dio anche nella sofferenza”.
Facendo poi riferimento alla situazione dei giovani in Iraq, il quadro è drammatico. “Sembra non esserci un futuro per loro, giorno dopo giorno economia, sicurezza e sanità peggiorano ma si cerca di dare fiducia alla gente con incontri di preghiera. Recentemente 45 giovani si sono incontrati per una settimana di preghiera, mentre altri giovani universitari cristiani di diversi riti si incontrano una volta al mese. Nelle università si organizzano incontri tra cristiani e musulmani per creare un centro di dialogo islamico-cristiano”.
“Personalmente - continua la laica - non è possibile separare l’attività svolta in chiesa dalla vita normale: ogni incontro deve essere un segno dell’amore di Dio. E’ questa la missione dei cristiani in Iraq. Dio continua ad operare i suoi miracoli d’amore, lavora tanto con le persone che si mettono al suo servizio senza paura, infonde la grazia nel cuore di quelli che non temono di portare la loro testimonianza di Dio agli altri, e che sono fonte di speranza non solo per l’Iraq ma anche per il mondo intero”. (SM) (1/8/2005 Agenzia Fides; Righe:38 Parole:499)


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