ASIA/SIRIA - Conferenza internazionale delle religioni nel Nord-Est siriano “autonomista”

venerdì, 14 gennaio 2022 medio oriente   chiese orientali   geopolitica   dialogo   minoranze religiose   libertà religiosa  

SyriacPress

Qamishli (Agenzia Fides) - La cittadina siriana di Amuda, vicina al confine con la Turchia e distante 30 chilometri dal centro urbano di Qamishli, ha ospitato dal 10 all’11 gennaio la Prima Conferenza internazionale delle religioni e delle fedi in Mesopotamia, che ha visto la partecipazione di convegnisti e studiosi musulmani, cristiani, yazidi e alawiti residenti in Siria e in altri Paesi. Nei due giorni di interventi e dibattiti – ha riferito all’emittente televisiva Suroyo TV Abdul Rahman Badrakhan, membro del comitato promotore dell’evento - i partecipanti alla conferenza si sono confrontati in merito alle scelte da compiere per camminare “sulla via della coesistenza pacifica”, e sul contributo che le comunità di credenti possono offrire ai processi necessari per garantire la pace e “consolidare i principi della democrazia e della coesistenza pacifica nella società”.
Al di là delle edificanti dichiarazioni d’intenti espresse dai partecipanti, la Conferenza assume rilievo anche per il luogo in cui si è svolta, e per gli sponsor locali e internazionali che hanno preso parte all’evento, nello scenario siriano su cui continuano a confrontarsi e scontrarsi strategie concorrenti portate avanti sia da attori regionali che da potenze globali.
La città sede della Conferenza e tutta l’area intorno al centro urbano di Qamishli si trovano nella regione siriana nord-orientale sottratta di fatto al controllo del governo di Damasco e sottoposta alla cosiddetta Amministrazione autonoma della Siria nord-orientale, guidata di fatto dalle Forze Siriane Democratiche, (Syrian Democratic Forces-SDF), alleanza di forze e milizie a guida curda formatasi durante gli anni del conflitto siriano che nelle sue dichiarazioni programmatiche afferma l’intenzione di impiantare nella regione un governo secolare e democratico, di impronta federalista.
Alla Conferenza delle religioni e delle credenze in Mesopotamia hanno preso parte anche esponenti del Partito dell’Unione Siriaca (Syriac Union Party –SUP), organizzazione politica che punta a presentarsi come rappresentativa delle locali comunità cristiane siriache, allineatasi fin dall’inizio del conflitto siriano con le forze curde che hanno avuto e continuano a avere un ruolo trainante nel disegno autonomista coltivato in quella regione, rinominata Rojava nel lessico utilizzato dagli autonomisti. L’area continua a essere sottoposta alle pesanti incursioni dell’esercito turco. Il governo di Ankara non tollera di veder crescere in aree siriane prossime ai suoi confini una entità autonoma di fatto controllata da forze politiche e milizie curde. Le operazioni militari turche negli ultimi mesi hanno colpito anche città e villaggi della valle del Khabur, tradizionalmente abitati da cristiani. Durante il meeting interreligioso di Amuda, Abdul Karim Sarukhan, membro dellla Conferenza democratica islamica, ha condannato il recente bombardamento turco della città di Kobanê, ricordando anche i civili uccisi in quell’incursione aerea.
Alla Conferenza internazionale interreligiosa ospitata Amuda ha preso parte anche Nadine Maenza, Presidente del Comitato USA per la Libertà religiosa internazionale (US Committee for International Religious Freedom - USCIRF), che via twitter ha espresso compiacimento per il successo dell’iniziativa. Le notizie fornite dagli organizzatori della Conferenza non hanno segnalato la partecipazione di alti rappresentanti di Chiese e comunità ecclesiali presenti in Siria. Secondo quanto riportato dalla testata online SyriacPress, ai convegnisti è pervenuta la benedizione e il messaggio di auguri di Mor Ignace Youssif III Younan, Patriarca di Antiochia dei siri cattolici, che ha elogiato l’iniziativa definendola “una piattaforma per favorire l’amore tra le religioni”.
Nella Siria ancora avvolta in un dopoguerra enigmatico, carico di tensioni irrisolte e di sofferenze per milioni di inermi, la Conferenza delle religioni in Mesopotamia e le presenze che l’hanno connotata conferma che – come avviene anche in altre parti del mondo - anche le questioni della libertà religiosa e della tutela delle diverse comunità di fede sono diventate terreno in cui si confrontano e rivaleggiano contrastanti strategie e propagande perseguite da soggetti politici regionali e globali.
(GV) (Agenzia Fides 14/1/2022)


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