ASIA/PAKISTAN- Il Presidente del Pakistan: si farà una legge contro le conversioni forzate

mercoledì, 22 dicembre 2021 minoranze religiose   dialogo   politica  

Islamabad (Agenzia Fides) - "I cristiani hanno giocato un ruolo importante nella creazione del Pakistan e molti cristiani, indù e sikh hanno deciso di rimanere nel Paese al momento della partizione con l'India. In Pakistan sarà promulgata una legge contro le conversioni religiose forzate e ai bambini nelle scuole verrà insegnato il rispetto e la sacralità di tutte le religioni e di tutti i luoghi di culto": è quanto ha affermato il Presidente del Pakistan, Arif Alvi, in un incontro con i leader religiosi di diverse comunità, tenutosi ieri, 21 dicembre, a Islamabad, in occasione della celebrazione del Natale. Erano presenti, accanto alle autorità civili, leader di Cristianesimo, Islam, Induismo, Sikhismo, Kalash e Baha'i.
Come appreso dall'Agenzia Fides, il Presidente ha asserito che "oggi il mondo ha estremo bisogno di diffondere il messaggio di pace donato da Gesù Cristo e dal Profeta Maometto". E ha ricordato che "Gesù Cristo è stato un grande messaggero di pace", invitando i connazionali a evitare l'oppressione, i conflitti e la violenza e a promuovere pace e armonia sociale.
"Oggi - ha rimarcato - il mondo ha tanto più bisogno di imparare dal messaggio di Gesù Cristo e mostrare misericordia e perdonare gli altri". "Sia il Profeta Maometto, sia Gesù Cristo - ha proseguito - hanno esortato i loro seguaci a praticare la tolleranza e a vivere in pace", ricordando con tristezza che l'umanità oggi assiste a oppressione, guerre e massacri. Per questo il Presidente ha esortato cristiani, musulmani e membri delle altre religioni in Pakistan a "diffondere e promuovere il messaggio di pace", citando le prole di papa Francesco e parole del Vangelo, come "Fai agli altri ciò che vuoi sia fatto a te" ( Mt 7,12).
Il Presidente ha stigmatizzato il recente incidente del 3 dicembre a Sialkot, dove un imprenditore dello Sri Lanka, Priyantha Kumara, è stato linciato dalla folla per accuse di blasfemia, e ha voluto definire il tragico episodio "un motivo di vergogna per la nazione", rimarcando che l'insegnamento delle religioni è "compassione e gentilezza verso il prossimo, umiltà". In particolare, il Presidente ha ricordato che "grandi personalità appartenenti alla comunità cristiana hanno servito la nazione del Pakistan" che, ha detto, "appartiene a persone di tutte le religioni, musulmani, cristiani, sikh e indù". Le comunità religiose minoritarie, infatti, "hanno giocato un ruolo importante nella creazione del Pakistan e molti cristiani, indù e sikh hanno deciso di rimanere nel Paese al momento della partizione con l'India".
Commenta all'Agenzia Fides il sacerdote Domenicano Padre James Channan OP, direttore del "Centro per la pace" a Lahore, presente al meeting: "Siamo stati ben felici di essere presenti a questo evento. Arif Alvi, presidente del Pakistan, ha tenuto un sermone molto incoraggiante, sugli insegnamenti di Gesù Cristo, parlando di pace, amore, misericordia e perdono. Ha posto grande enfasi sul rispetto per tutti e sull'armonia interreligiosa. Tra gli ospiti vi erano l'Arcivescovo cattolico di Islamabad, mons. Joseph Arshad, e Maulana Abdul Khabir Azad, Grande Imam della Moschea Reale di Lahore. Crediamo che coltivare e vivere in buone relazioni di dialogo e armonia interreligiosa contribuisca a creare una Pakistan migliore. Incontri come questo vano moltiplicati in tutta la nazione e possono portare un enorme cambiamento nella mentalità della gente in Pakistan, per eliminare violenza, odio, discriminazione".
(PA) (Agenzia Fides 22/12/2021)


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