VATICANO - “Il missionario, un punto di luce della Chiesa universale”: ricordo di Monsignor Henryk Hoser

lunedì, 13 settembre 2021 pontificie opere missionarie   congregazione per l'evangelizzazione dei popoli  

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - “Ogni missionario esprime il valore della solidarietà verso gli altri, ma se non ci fosse la solidarietà degli altri, di tutti, verso i missionari, i missionari non sarebbero che il terminale di sé stessi e non un punto di luce della Chiesa Universale, lì dove offrono la loro testimonianza, in situazioni spesso difficili quando non ostili”. Così si esprimeva in una intervista rilasciata all’Agenzia Fides alla vigilia della sua ordinazione episcopale, Sua Ecc. Mons. Henryk Hoser, SAC, nominato Segretario aggiunto della Congregazione e Presidente delle Pontificie Opere Missionarie il 22 gennaio 2005.
Nato a Varsavia (Polonia) il 27 novembre 1942, Mons. Henryk Hoser è stato Presidente delle Pontificie Opere Missionarie dal 2005 al 24 maggio 2008, quando Benedetto XVI lo nominò Arcivescovo di Varsavia-Praga. E’ morto il 13 agosto 2021, un mese fa, all'età di 78 anni, all’Ospedale del Ministero dell'Interno di Varsavia. Nei mesi precedenti era stato contagiato dal coronavirus da cui si stava riprendendo, quando sono sopravvenute altre complicazioni.
Henryk Hoser aveva conseguito il Diploma in Medicina presso l'Accademia Medica di Varsavia. Nel 1969 era entrato nella Società dell'Apostolato Cattolico (Pallottini). Il 16 giugno 1974 aveva ricevuto l'ordinazione sacerdotale, quindi si era preparato al lavoro missionario in Rwanda, dove rimase dal 1975 al 1995. Un lungo e intenso periodo durante il quale ha ricoperto diversi incarichi nel campo pastorale, ha fondato il Centro Medico-Sociale ed il Centro di Formazione Familiare. E’ stato Segretario della Commissione Episcopale per la Sanità, e poi anche della Commissione Episcopale per la Famiglia, Presidente dell'Associazione dei Centri Medici Associati a Kigali (BUFMAR), Responsabile di un centro di monitoraggio epidemiologico dell’Aids e di programmi di assistenza psico-medico e sociale dei malati. Per 10 anni è stato anche Superiore Regionale dei Pallottini. Per incarico della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, ha compiuto alcune visite apostoliche nei Seminari maggiori nei territori di Missione.
Il Santo Padre Giovanni Paolo II, il 22 gennaio 2005 lo nominò Segretario Aggiunto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli e Presidente delle Pontificie Opere Missionarie, elevandolo in pari tempo alla dignità di Arcivescovo. Il Card. Crescenzio Sepe, Prefetto del Dicastero Missionario, ha presieduto la sua ordinazione episcopale il 19 marzo 2005, nella Cappella del Pontificio Collegio Urbano. Vescovi con-consacranti erano Sua Ecc. Mons. Stanislao Dziwisz, Segretario particolare del Santo Padre, e Sua Ecc. Mons. Taddeo Ntihinyurwa, Arcivescovo di Kigali (Rwanda).
Papa Benedetto XVI lo ha nominato Arcivescovo di Varsavia-Praga il 24 maggio 2008. Nel febbraio 2017 Papa Francesco lo inviò a Medjugorje come “Inviato speciale della Santa Sede”. Nel dicembre successivo, diventa Vescovo emerito di Varsavia-Praga e il 31 maggio 2018 il Papa lo nomina Visitatore apostolico a carattere speciale per la parrocchia di Medjugorje, a tempo indeterminato e ad nutum Sanctae Sedis.
Nell’intervista alla vigilia dell’ordinazione episcopale (vedi Fides 18/3/2005), Monsignor Hoser così descriveva la sua esperienza missionaria durata 21 anni. “La mia storia non è certo diversa da quella di tutti gli altri missionari. Per me, come per tutti i missionari, non c’è un momento particolare in cui impari ad essere missionario. Senti questa vocazione che ti cambia la vita, senti la chiamata del Signore, ma poi capisci che missionari si diventa nel tempo. Attraverso scoperte successive. Attraverso sconfitte e successi. Attraverso le relazioni personali con le popolazioni nei luoghi di missione. Ed ancora più immergendosi senza preconcetti nella loro vita. Nei loro problemi. Nelle loro storie individuali e collettive. Essere missionario significa essere partecipe delle culture dei popoli con cui vieni a contatto. Usare non solo la loro lingua, ma il loro linguaggio. Quella che si chiama inculturazione di un missionario è di fatto la sua capacità di vivere le culture delle popolazioni che incontra nel suo cammino di evangelizzazione”.
L'Arcivescovo Giovanni Pietro Dal Toso, attuale Presidente delle Pontificie Opere Missionarie, successore quindi di Monsignor Hoser in questo incarico, sottolinea a Fides: "Non ho avuto modo di conoscere personalmente Monsignor Hoser, ma so che è stato un grande missionario, e per questo ha potuto assolvere con grande impegno al suo ruolo di Presidente delle Pontificie Opere Missionarie".
Fr. Dinh Anh Nhue Nguyen, OFMConv, Segretario generale della Pontificia Unione Missionaria (PUM) e Direttore dell’Agenzia Fides, così si esprime: “Noi qui delle POM e particolarmente della FIDES, ricordiamo l’Arcivescovo Hoser con tanta gratitudine per il suo servizio apostolico e ci uniamo tutti nella preghiera per lui, soprattutto oggi nel trigesimo della sua morte. Anche se non l'ho conosciuto di persona, posso dire che resta qui, per sempre, una traccia del suo zelo missionario e della sua devozione mariana. In effetti, penso a lui ogni volta quando entro nella cappella delle POM, intitolata a San John Henry Newman (perché abitava in questa parte del palazzo, quando studiava teologia a Roma), la quale è stata restaurata durante la presidenza di Mons. Hoser e di fronte alla quale c’è ancora la targa commemorativa del fatto e della visita ecumenica dell’Arcivescovo anglicano, Dr. Rowan Williams, il 24/11/2006. Ringraziamo il Signore per averlo avuto alla guida delle POM”. (S.L.) (Agenzia Fides 13/9/2021)


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