ASIA/LIBANO - Il Presidente Aoun annuncia una “riunione d’emergenza” per affrontare la crisi delle scuole non statali

lunedì, 6 settembre 2021

Beirut (Agenzia Fides) – La crisi di sistema in cui sembra sprofondare il Libano ha effetti devastanti sulle scuole non statali, per lo più di matrice ecclesiale, su cui si fonda l’intero sistema educativo nazionale. Nel Paese dei Cedri, l’intreccio tra crisi pandemica, emergenza economica e paralisi politico-istituzionale rischia di annientare la rete di scuole e istituti d’istruzione che già prima del Covid-19 appariva in affanno e denunciava la progressiva erosione delle risorse necessarie per assicurare la continuità dell’opera educativa svolta al servizio dell’intero Paese (cfr Fides 2/9/2017 e 5/7/2018).
Nei giorni scorsi, il Presidente Michel Aoun ha annunciato la convocazione di una Conferenza straordinaria per affrontare l’emergenza-scuola, divenuta ormai una allarmante questione nazionale. All’ordine del giorno ci sarà anche la richiesta di garantire al settore scolastico non statale l’accesso ai fondi che in questo tempo di crisi il Libano riceve dai donatori, Paesi “amici” e istituzioni internazionali.
L’annuncio è stato diffuso dopo che il Capo di Stato ha ricevuto, presso il Palazzo presidenziale, i rappresentanti della Federazione degli Istituti Educativi, che hanno sottoposto ad Aoun un memorandum contenenti dati e documenti che attestano la condizione e le difficoltà ormai insostenibili in cui gran parte degli istituti educativi continuano a portare avanti il proprio servizio, esposti ogni giorno al rischio di chiudere per sempre le porte dei propri edifici scolastici.
Nell’incontro con il Presidente Aoun, avvenuto venerdì 3 settembre, la delegazione della Federazione delle istituzioni educative non statali era guidata da padre Youssef Nasr, Segretario generale delle scuole cattoliche libanesi e coordinatore della Federazione, organismo di collegamento che rappresenta tutti gli istituti educativi privati, compresi quelli di ispirazione musulmana sciita e sunnita. La convocazione della Conferenza annunciata da Aoun, che dovrebbe coinvolgere gli apparati di diversi ministeri, è resa più urgente dalla necessità di assicurare la riapertura delle scuole in crisi, nelle settimane che, in tempi normali, nel Paese dei cedri, sarebbero segnate dall’inizio di un nuovo anno scolastico.
I dati sottoposti all’attenzione di Aoun durante l’incontro – e riferiti in sintesi ai media libanesi da padre Nasr – si soffermano in particolare sugli effetti economici devastanti registrati nell’intero settore scolastico a causa della vertiginosa svalutazione della lira libanese rispetto al dollaro USA. Il costo medio previsto per l'istruzione di uno studente per l'anno accademico 2021-2022, a causa della crisi economica e della svalutazione della moneta nazionale, potrebbe raggiungere la cifra insostenibile di 9,3 milioni di lire libanesi. Lo stesso costo dei libri scolastici risulta aumentato di 5 volte rispetto al 2019. Inoltre gli stipendi degli insegnanti e del personale scolastico sono ormai del tutto insufficienti a coprire i bisogni primari dei salariati e delle loro famiglie.
Di fronte a tale scenario, la proposta degli operatori del settore scolastico non statale è semplice e concreta: occorre inserire anche le scuole libanesi non statali tra i beneficiari diretti delle donazioni destinate al settore educativo che verranno convogliate verso il libano da donatori, Paesi amici e istituzioni internazionali, fornendo una somma pari a 200 dollari USA, per contribuire al pagamento delle rette di ciascuno studente, usando sistemi di assegnazione del bonus analoghi a quelli attualmente utilizzati per la distribuzione – anch’essa “emergenziale” – delle carte-carburante. “Dobbiamo riaprire le porte delle scuole, e far tornare gli studenti. Questo sarebbe il terzo anno che i nostri studenti sono lontani dalle aule. E la cosa non può continuare così” ha aggiunto padre Nasr nelle dichiarazioni rilanciate dai media libanesi dopo l’incontro con il Presidente Aoun.
Riguardo alle voci sull’aumento delle rette scolastiche disposto da alcuni istituti educativi, padre Nasr ha riconosciuto che tale opzione non rappresenta una soluzione alla situazione emergenziale, “alla luce delle attuali difficoltà economiche di cui soffrono le famiglie”. Si rende necessario quindi l’intervento delle istituzioni politiche, per assicurare che il settore educativo non statale possa usufruire di “donazioni e sovvenzioni esterne”. A tale riguardo, padre Nasr ha anche riferito che le donazioni mirate finora disposte, soprattutto dalla Francia, a vantaggio di singoli istituti scolastici, hanno coperto al massimo il 2% del budget degli istituti scolastici beneficiari.
Secondo dati confermati anche da ong e istituzioni internazionali, dalle proteste popolari dell’autunno 2019 contro la corruzione più di 1,2 milioni di bambini hanno smesso di frequentare le scuole. Negli ultimi mesi, a sostegno delle scuole cristiane libanesi, è stata avviata anche l’iniziativa sostenuta da l'Oeuvre d'Orient, associazione cattolica francese impegnata nell’aiuto ai cristiani mediorientali, volta a favorire il ritorno a scuola di 120mila bambini libanesi. Un progetto che interessa 235 scuole cristiane e le sei università cattoliche del Libano. (GV) (Agenzia Fides 6/9/2021)


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