ASIA/INDIA - La Chiesa indiana ricorda il sacrificio di sacerdoti e suore morti di Covid-19, nell'opera di assistenza e cura

lunedì, 31 maggio 2021 coronavirus   pandemia   solidarietà   chiese locali   sacerdoti   ordini religiosi  

New Delhi (Agenzi Fides) - La Chiesa cattolica in India ricorda l'impegno missionario, il dono di se stessi, il sacrificio supremo di sacerdoti e suore morti di Covid-19 perché non hanno smesso di svolgere la loro opera pastorale e sociale, dedicandosi alla cura dei malati e dei sofferenti. Al 30 maggio sono morti 204 sacerdoti, 212 suore e 3 Vescovi, riferisce all'Agenzia Fides p. Suresh Mathew, frate cappuccino e giornalista indiano, direttore della rivista in inglese "Indian Currents", che si è assunta il compito di monitorare la situazione a livello nazionale e di stilare la lista di sacerdoti, religiosi, suore e Vescovi deceduti a causa del Covid-19. "La maggior parte dei sacerdoti e delle suore scomparse si trovava nelle zone rurali per svolgere l'opera pastorale e non avevano accesso a servizi sanitari tempestivi", spiega all'Agenzia Fides padre Mathew.
L'India conta circa 30mila sacerdoti cattolici, tra diocesani e religiosi. Le suore, invece, sono circa 103.000. Tra i religiosi deceduti, di numerose congregazioni maschili e femminili, i Gesuiti, impegnati nel servizio di promozione umana con i poveri, gli indigeni, i tribali, i fuori casta, hanno registrato 36 vittime, e le Missionarie della Carità, nel loro servizio vicino ai derelitti e ai moribondi, hanno perso 14 religiose.
Molti sono morti mentre erano impegnati attivamente nel loro ministero: "Le suore si sono infettate mentre erano in servizio in ospedale. Alcuni sacerdoti hanno svolto i riti funebri o non hanno voluto far mancare i sacramenti e l'assistenza spirituale alle persone malate. E, una volta infettati, molti dei nostri sacerdoti che lavorano in angoli remoti del paese non hanno avuto accesso alle cure ospedaliere adeguate. Forse, se fossero stati in città con migliori infrastrutture sanitarie, non avrebbero perso la vita”, dice il frate cappuccino. "Lavoravano tra i poveri, gli indigeni, i dimenticati che non avevano accesso o non potevano permettersi cure e ospedali specializzati. Sono rimasti al loro fianco nella difficoltà, nella penuria e nell'indigenza”, aggiunge.
"Erano persone che, consapevolmente, non hanno voluto rinchiudersi o isolarsi, ma hanno voluto continuare a svolgere la loro opera, donando se stesse, per testimoniare il volto misericordioso e compassionevole di Dio che si china sui sofferenti, anche rischiando la loro vita" conclude.
“Siamo tutti rattristati dalla morte di tante suore, fratelli e sacerdoti e missionari. Proviamo molto dolore perché molti di loro ci erano noti”, conferma a Fides p. Anand Mathew, membro della Società Missionaria Indiana, congregazione che ha perso tre sacerdoti. “Allo stesso tempo, riconosciamo e ricordiamo la morte di tanti laici cristiani e molti giovani missionari, nonché il sacrificio di persone di varie fedi, durante la seconda ondata di Covid”, afferma p. Ananad Mathew, assistente sociale ed esperto di comunicazione.
L'Arcivescovo John Barwa, che guida la comunità dell'arcidiocesi di Cuttack-Bhubaneswar, in Orissa, nell'India orientale, riferisce a Fides che la sua diocesi ha perso due sacerdoti a causa del Covid: "I sacerdoti erano pionieri nelle missioni più remote e impegnati per il Regno di Dio. La perdita di missionari così zelanti è una grande perdita per la Chiesa, per la società e il paese".
"L'India sta attraversando una seconda ondata senza precedenti di Covid, mentre si rilevano un divario crescente tra fornitura e fabbisogno di vaccini, mancanza di letti ospedalieri, medicine e ossigeno. C'è grave preoccupazione per tutti. Inoltre, perdere in questi giorni tanti tra sacerdoti e suore, è ulteriormente doloroso" dice a Fides Kailash Chandra Dandapat, assistente sociale dell'Orissa, che conosceva alcuni sacerdoti morti di Covid-19 (come p. Bijaya Kumar Nayak), instancabili animatori delle comunità, che hanno dispensato cure, assistenza e consolazione fino alla fine. "Sono morti mentre svolgevano il loro servizio pastorale e la loro missione. Il loro contributo alla Chiesa e alla sua missione sarà ricordato per sempre", nota padre Dibyasingh Parichha, prete e avvocato in Orissa. “Ringraziamo Dio per il dono di queste persone e, sul loro esempio, promettiamo di continuare a dedicare la nostra vita a Dio, alla Chiesa e al popolo di Dio, nell'amore e nel servizio, specialmente durante il tempo della pandemia”, conclude p. Parichha.
(SD-PA) (Agenzia Fides 31/5/2021)


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