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Città del Messico (Agenzia Fides) – “Se è vero che il mondo è ora unito sotto la stessa pandemia, i mezzi per affrontarla assumono modi particolari in ogni regione. Il Covid-19 è arrivato anche in Messico e non c’è modo di eluderlo o negarlo. Nonostante le autorità messicane, all’inizio, abbiano detto che non dovevano essere allarmati di fronte a questo coronavirus, la coscienza civile ha fatto sì che molti cittadini iniziassero a scegliere di chiudersi dentro le loro case”. Con queste parole il religioso redentorista Agustín Cantú Drauaillet, C.Ss.R. racconta all’Agenzia Fides la sua esperienza di catechista.
“Non passarono molti giorni – prosegue – e le nostre chiese furono chiuse, tutti condividevano la stessa situazione. Le missioni in corso furono temporaneamente annullate. Come servire il Redentore ora? Come fare catechesi? Questa domanda è esplosa nelle menti di molti redentoristi messicani, e ci sono state molte risposte per continuare ad annunciare il Signore. Tra queste trasmissioni in diretta delle celebrazioni eucaristiche sui social network, processioni con il Santissimo Sacramento a bordo di veicoli, la celebrazione di una missione giovanile ognuno a casa sua… In alcune comunità è stato possibile rispondere ai parrocchiani che chiedevano le confessioni e persino ai malati in ospedale, naturalmente seguendo le necessarie misure sanitarie. Nei centri di catechesi e nelle parrocchie, la nostra attività non si è fermata”.
Il religioso redentorista Agustín Cantú Drauaillet conclude la sua testimonianza con queste parole: “Malgrado l’aumento dei contagi e la gente che cerca di rimanere a casa, lo Spirito Santo continua a soffiare in modi diversi e noi siamo aperti a seguire le sue orme. Non smetteremo di accompagnare i nostri fratelli e sorelle, perché sappiamo che il Redentore ha molto da dire soprattutto agli abbandonati che sono isolati nelle loro case messicane”.
(CE) (Agenzia Fides 11/05/2021)
