AFRICA/BURKINA FASO - Una parrocchia diventa centro di accoglienza per gli sfollati interni

sabato, 8 maggio 2021 sfollati   caritas   aiuti umanitari   accoglienza  

Bourzanga (Agenzia Fides) – “La situazione degli sfollati interni nella parrocchia di Bourzanga è di assoluta emergenza. Come risultato degli attacchi di miliziani iniziati nel 2015, c'è stato un ampio spostamento di persone. Gli attacchi sono iniziati a Ouaga, al confine con il Mali e si sono estesi alla nostra parrocchia, dove i villaggi nel nostro territorio sono stati attaccati. Alcuni cristiani sono stati uccisi solo perché erano cristiani. Questo ha portato alla paura e alla fuga della popolazione. All'inizio tutti i cristiani hanno lasciato il posto e noi li abbiamo accolti nella parrocchia. Più tardi, anche i musulmani si sono riversati in questa zona. La parrocchia ha accolto tutti e sul nostro terreno di 9 ettari e nel giro di due mesi abbiamo accolto oltre 36mila persone”. Lo racconta all’Agenzia Fides don Bertrand Sawadogo, parroco a Bourzanga, riferendo della situazione degli sfollati interni nella sua parrocchia.
“Abbiamo accolto le persone nelle stanze disponibili, nei centri di accoglienza, negli alloggi che le suore avevano lasciato e anche all'aria aperta, a volte sotto gli alberi. Sono andato al municipio per chiedere scuole, collegi e spazi pubblici per accogliere la gente. Tra i profughi molti sono venuti senza il minimo indispensabile. Così, con l'aiuto dell’OCADES (Caritas diocesana), abbiamo procurato aiuti alimentari. Poi sono arrivate altre ONG, come Catholic Relief Service e Missio Munich che ci ha anche aiutato per i soccorsi umanitari”
“Durante questo periodo – prosegue il parroco - abbiamo avuto diverse volte la visita del Vescovo, che è venuto a incoraggiare questi sfollati. Continuiamo ad accogliere regolarmente gli sfollati. Ogni giorno riceviamo da 40 a 100 persone che vengono a chiedere aiuto. Al momento non abbiamo più nulla, ma cerchiamo comunque di ascoltarli, di consigliarli, di guidarli affinché trovino conforto e una possibile soluzione alla loro sofferenza”.
In fuga dalla violenza che si consuma nelle loro località, molti burkinabè stanno cercando rifugio in luoghi considerati pacifici. Dato il massiccio afflusso di sfollati, il parroco ricorda ancora le necessità impellenti per la sicurezza alimentare e l’assistenza sanitaria per quelli già presenti e per i nuovi arrivati. La condizione degli sfollati è precaria: vivono in rifugi molto precari fatti di teloni, che si surriscaldano a causa dell'alto calore e si deteriorano rapidamente. I bambini abbandonano la scuola. La diocesi di Ouahigouya, attraverso la Caritas diocesana e le sue organizzazioni partner, sta cercando di affrontare per alleviare alcune delle difficoltà.
Dal 2015, il Burkina Faso sta attraversando una crisi di sicurezza senza precedenti a seguito di attacchi sempre più ricorrenti di gruppi armati non identificati, spesso miliziani jihadisti, che si sono diffusi in diverse regioni del paese, in particolare quelle del Sahel, del Nord, del Centro-Nord e dell'Est. Questi attacchi, così come le operazioni contro i gruppi armati, hanno progressivamente portato a massicci spostamenti interni della popolazione. Secondo l'ultimo rapporto dell'Alto Commissariato per i Rifugiati, il 5% della popolazione totale del Burkina Faso, (oltre un milione di persone), è ora sfollato.
(EZ) (Agenzia Fides 8/5/2021)


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