AFRICA/ETIOPIA - Missione di frontiera "al femminile" e la benedizione del Papa

venerdì, 30 aprile 2021 missione   evangelizzazione   donne   vita consacrata  

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Gode (Agenzia Fides) - “Nelle tribolazioni di questo tempo molto strano, il Signore ci ha riservato una di quelle consolazioni che capitano di rado nella vita. Nel mese di marzo, qui a Gode, abbiamo inaspettatamente ricevuto la visita del Nunzio Apostolico, mons. Antoine Camilleri, che poi era partito subito per l’Italia per fare il vaccino anti Covid e con l’occasione avrebbe avuto la possibilità di incontrare Papa Francesco”, racconta all’Agenzia Fides padre Angelo Antolini, OFM Cap, Prefetto Apostolico di Robe. “Appresa la notizia – prosegue il missionario in convalescenza post Covid nella missione - sister Joachim ha approfittato per mandare al Santo Padre una lettera scritta insieme alle signore in difficoltà che assistiamo ogni giorno, nella quale hanno espresso le loro difficoltà e i pericoli umani e morali in cui vivono. A metà aprile, altrettanto inaspettatamente, è arrivata una risposta personale di Papa Francesco a Joachim, alle signore e a tutti i collaboratori. Con commozione abbiamo letto la lettera prima della Messa della domenica. Sono le consolazioni che il Signore non ci lascia mai mancare”, scrive p. Antolini.
Gode si trova nella nello Stato Regionale Somali della Repubblica Federale Etiopica. La missione è stata fondata nel 2007 da p. Christopher Hartley, missionario della diocesi di Toledo attualmente impegnato in Sud Sudan. Sister Joachim era arrivata a Gode sette anni fa, ma per due anni, fino a novembre, è stata in Inghilterra per cure mediche. Nella missione, insieme a quattro missionarie laiche volontarie arrivate da un paio di mesi e che rimarranno fino a maggio di quest’anno, si occupa di donne in difficoltà, che hanno avuto bambini da più uomini, chi in mezzi matrimoni, chi solo con relazioni sporadiche in contesti molto violenti.
“La vita in missione si svolge in maniera molto semplice – continua il Prefetto Apostolico: al mattino chi lo desidera va a pregare nella cappella dove vive Joachim. Alle sette e mezzo parte il pullman guidato da un ragazzo cattolico della missione per andare a prendere le signore e i loro bambini in città. La missione infatti dista più di cinque chilometri dalla città ed è situata sulle sponde del grande fiume Wabi Shebeli. In tutto sono otto signore e dodici bambini di tutte le età. Si preparano la colazione per sé e per i bambini e poi si dividono i compiti, alcune in cucina e altre nei vari lavori indicati da Joachim. In questo modo, con il salario che diamo loro, cerchiamo di renderle economicamente autosufficienti. Le volontarie accudiscono i bambini a seconda della loro età. All’ora di pranzo si mangia tutti insieme fino a quando il pullman le riaccompagna nelle loro abitazioni in città, una vera Babele. Nel pomeriggio le volontarie continuano a lavorare per quello che c’è da fare in missione, fino a quando celebriamo l’Eucaristia tutti insieme e ceniamo fiaccati dalle alte temperature locali. Qui la vita è molto semplice ma anche molto intensa, pronti a imprevisti di ogni genere.”
La missione di Gode si trova sulla sponda Nord Est del fiume Wabi Shebeli, Vicariato di Harar. Sessanta metri al di là nella sponda Sud Ovest invece è già la Prefettura di Robe. A dicembre i due Ordinari hanno firmato un documento congiunto nel quale si affida la cura pastorale di tutta l’area lungo il fiume alla Prefettura Apostolica di Robe. La popolazione somala è mussulmana. La città di Gode, fondata negli anni sessanta dall’Imperatore Haile Selassie per strategie militari, ha anche una piccola comunità Amara Cristiana. I Somali in città vivono di varie attività commerciali e la popolazione delle campagne di pastorizia. Solo di recente si tentano progetti di agricoltura sfruttando le alte potenzialità del grande fiume.
(AA/AP) (Agenzia Fides 30/4/2021)


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