AFRICA/NIGERIA - Le polemiche sulla ripartizione degli utili del petrolio fanno fallire la Conferenza nazionale sulla riforma della Costituzione

martedì, 12 luglio 2005

Lagos (Agenzia Fides)- Mentre il mondo è sempre più in ansia per la spinta al rialzo dei prezzi del greggio, la ripartizione dei proventi petroliferi è al centro del dibattito politico in Nigeria, il principale produttore africano di oro nero con 2 milioni e mezzo di barili al giorno.
Si è infatti conclusa ieri, 11 luglio, la Conferenza Nazionale sulle Riforme Politiche, che doveva preparare la riforma della Costituzione (che risale al 1999 in pieno regime militare) e nel cui ambito doveva discutere della ripartizione delle risorse petrolifere tra le diverse regioni del Paese.
“Il governo sta cercando di convincere l’opinione pubblica che la Conferenza è stata positiva, ma in realtà non sono stati fatti passi in avanti perché i rappresentati della regione Sud-Sud non si sono presentati” dicono all’Agenzia Fides fonti locali da Lagos. La regione Sud-Sud comprende il Delta del Niger, dove è concentrato l’80 per cento delle riserve petrolifere nigeriane. “I delegati di questa zona non hanno partecipato alla riunione perché contrari alla proposta presentata dai delegati della regione settentrionale in base alla quale la percentuale dei proventi petroliferi destinati al Delta passa dal 13 al 17 per cento, mentre i rappresentanti della regione chiedevano il 25 per cento” riportano le fonti. “La riunione era stata sospesa 2 settimane fa per cercare di trovare un accordo che però non è stato raggiunto” aggiungono le fonti.
Attualmente infatti solo il 13 per cento delle rendite petrolifere è destinato alla regione del Delta, e il resto è condiviso tra i 36 stati che formano la federazione nigeriana e il governo centrale.
I delegati della regione Sud-Sud hanno diffuso un comunicato nel quale spiegano le ragioni del loro gesto di protesta. Nel documento si ricordano i sacrifici della popolazione del Delta che è costretta a vedere il suo territorio subire i danni ambientali causati dalla produzione petrolifera, ricevendo in cambio “una miseria” e dovendo soffrire disoccupazione di massa e povertà.
Una coalizione di gruppi del Delta si era riunita sabato 9 luglio a Port Harcourt (capitale dello Stato) per sostenere le rivendicazioni. Alla testa dei circa 5mila dimostranti vi era Moujahid Dokubo-Asari, capo delle Forze volontarie di Difesa del Popolo del Delta del Niger (NDPVF). Accanto ad Asari vi erano i leader di 13 gruppi separatisti della Nigeria intera, che si sono affrontati nel passato in scontri inter -etnici, ma ora sono uniti nel contrastare il governo centrale. I gruppi separatisti hanno creato una “Conferenza Nazionale Sovrana” per promuovere la divisione della Nigeria in nazioni indipendenti sulla base dei principali gruppi etnici o, in subordine, una maggiore autonomia per i singoli stati.
La Nigeria conta più di 250 gruppi etnici diversi e secondo alcune analisi potrebbe implodere nei prossimi 15 anni. “È impossibile prevedere il futuro di questo Paese” commentando le fonti. “Vi sono segnali positivi come una lotta più efficace alla corruzione e la recente decisione dei creditori di cancellare il 60 per cento del debito nigeriano. Accanto a questo però le polemiche sulla ripartizione delle risorse petrolifere tra le diverse regioni e tra queste e il governo centrale potrebbero infuocare le antiche divisione etniche. E anche la religione, purtroppo, potrebbe essere strumentalizzata a fini politici” concludono le fonti. (L.M.) (Agenzia Fides 12/7/2005 righe 43 parole 540)


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