ASIA/INDIA - Lo stato indiano di Uttar Pradesh approva la legge anti-conversione religiosa

giovedì, 25 febbraio 2021 libertà religiosa   minoranze religiose   islam   cristianesimo   induismo   politica  

Lucknow (Agenzia Fides) - L'Uttar Pradesh, lo stato più popoloso dell'India settentrionale (204 milioni di abitanti), ha approvato ieri, 24 febbraio, il disegno di legge che vieta la conversazione religiosa con mezzi fraudolenti o con qualsiasi altro mezzo indebito, incluso il matrimonio. L'Assemblea legislativa dell'Uttar Pradesh ha approvato "Il disegno di legge sul divieto di conversione religiosa, 2021" che sostituirà l'ordinanza promulgata nel novembre 2020. Le violazioni prevedono la reclusione fino a 10 anni e una multa fino a 50.000 rupie per i trasgressori.
Il disegno di legge prevede che nessuna persona si converta, direttamente o indirettamente da una religione a un'altra mediante l'uso o la pratica di false dichiarazioni, con la forza, indebita influenza, coercizione, allettamento o persuasione o con qualsiasi mezzo fraudolento, nè per il matrimonio. Secondo il testo, un matrimonio sarà dichiarato "nullo e non valido" se la conversione religiosa avviene è esclusivamente a tale scopo, mentre coloro che desiderano cambiare religione dopo il matrimonio devono rivolgersi al magistrato distrettuale.
L'onere di provare che la conversione non è avvenuta con la forza o con mezzi fraudolenti ricadrà sulla persona accusata dell'atto e sulla persona convertita. Una persona vittima di una conversione illegale, oppure i suoi genitori o parenti possono presentare un primo rapporto informativo alla polizia segnalando un caso e chiedendo una indagine.
Il primo ministro dell'Uttar Pradesh , Yogi Adityanath, appartenente al Bharatiya Janata Party (BJP), il partito nazionalista indù che governa lo stato, ha detto che la legislazione intende contrastare i presunti tentativi di convertire le donne indù all'Islam sotto forma di matrimonio, che gli attivisti radicali indù chiamano "jihad dell'amore".
Recentemente, anche il Madhya Pradesh, uno stato dell'India centrale, governato anch'esso dal BJP ha emanato una legge anti-conversione per controllare la conversione religiosa attraverso i matrimoni interreligiosi. In passato, Odisha, Arunachal Pradesh, Tamil Nadu, Gujarat, Rajasthan, Chhatisgarh, Jharkhand, Himachal Pradesh e Uttrakhand hanno introdotto simili leggi speciali per vietare le conversioni con la forza, la frode, il matrimonio.
Le organizzazioni per i diritti umani, i leader della chiesa e altri attivisti della soceità civile hanno espresso profonda preoccupazioni per il numero crescente di stati che stanno optando per leggi anti-conversione in India, che spesso sono strumentalizzate e abusate per penalizzare le minoranze religiose o i missionari.
Il Vescovo ausiliare Joseph Pamplany, membro della Commissione per la dottrina nella Conferenza dei vescovi cattolici dell'India, ha affermato che "tali leggi come vanno contro lo spirito della Costituzione indiana che garantisce a un cittadino di professare, proclamare e predicare liberamente qualsiasi religione di propria scelta, secondo coscienza". Secondo il Vescovo Pamplany, le leggi anti-conversione "con il pretesto di controllare la conversione con lusinghe o con la forza, prendono di mira le minoranze religiose, in particolare cristiani e musulmani".
Shibu Thomas, attivista cristiano impegnato a documentare i casi di violenza contro i cristiani in India, ha detto a Fides che "tutti gli stati indiani dovrebbero abrogare le loro leggi anti-conversione che ledono il diritto costituzionale delle persone di scegliere la propria religione".
Il censimento indiano del 2011 ha mostrato che, sulla popolazione indiana di 1,3 miliardi, gli indù sono 966 milioni (circa l'80%) , mentre i musulmani sono 172 milioni (circa il 14%) e i cristiani sono 29 milioni (circa il 2,3% della popolazione).
(PA) (Agenzia Fides 25/2/2021)


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