Yangon (Agenzia Fides) - "Le parole del Papa all'Angelus e al discorso al Corpo diplomatico hanno generato tra la gente, cattolici e non, gratitudine e ringraziamento. Rapidamente sono state tradotte in birmano e postate su Facebook e su altri social media, dove hanno avuto migliaia di condivisioni. Siamo molto incoraggiati dalla sua attenzione e tutti speriamo nel bene e nella pace per il nostro paese": lo racconta all'Agenzia Fides Joseph Kung Za Hmung, laico cattolico birmano, direttore del giornale cattolico birmano "Gloria News Journal". "Siamo molto orgogliosi e felici per il fatto che il Papa abbia dato ascolto alla nostra lotta non violenta per la democrazia e per la pace in Myanmar", afferma.
La campagna pacifica per protestare contro il colpo di stato continua e si sta allargando, rileva Joseph Kung: "Numerosi religiosi e preti di molte diocesi birmane si sono organizzati e hanno manifestato pubblicamente. La gente ha preso consapevolezza e coraggio, per decidere del proprio futuro".
Inoltre, anche se l'esercito ha lanciato una campagna di arresti di attivisti per bloccare la protesta “va notato, d’altra parte, che agenti della polizia e delle forze dell’ordine si sono uniti ai manifestanti" nota Kung, il che fa sperare per un ulteriore ampliamento e del sostegno di tutti i settori della pubblica amministrazione e dello stato alla campagna di disobbedienza civile.
I cittadini birmani di tutte le religioni ricordano con apprezzamento le parole pronunciate del Papa che, l’8 febbraio, ha detto al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede: “In questi giorni, il mio pensiero va in modo particolare al popolo del Myanmar, al quale esprimo il mio affetto e la mia vicinanza. Il cammino verso la democrazia intrapreso negli ultimi anni è stato bruscamente interrotto dal colpo di stato della settimana scorsa. Esso ha portato all’incarcerazione di diversi leader politici, che auspico siano prontamente liberati, quale segno di incoraggiamento a un dialogo sincero per il bene del Paese".
Il Papa aveva anche espresso la sua fervente preghiera “che sacerdoti e religiosi di Yangon stanno promuovendo con fede, perché la nostra speranza non si spegne”, ricorda Kung. Al termine della preghiera dell’Angelus di domenica 7 febbraio, Papa Francesco ha rivolto un pensiero la Myanmar, dicendo: “In questo momento così delicato, desidero assicurare nuovamente la mia vicinanza spirituale, la mia preghiera e la mia solidarietà al popolo del Myanmar e prego affinché quanti hanno responsabilità nel Paese, si mettano con sincera disponibilità al servizio del bene comune, promuovendo la giustizia sociale e la stabilità nazionale per un’armoniosa convivenza democratica. Preghiamo per il Myanmar”.
(PA) (Agenzia Fides 9/2/2021)