ASIA/PAKISTAN - Donna cristiana accusata di blasfemia rilasciata dalla polizia dopo le indagini

venerdì, 29 gennaio 2021 diritti umani   minoranze religiose   blasfemia   islam  

Karachi (Agenzia Fides) - “Tabitha Nazir Gill, donna cristiana 30enne, nota per aver cantato inni Gospel in urdu, la lingua nazione del Pakistan, è stata accusata di aver commesso blasfemia ieri, 28 gennaio; presa in consegna dalla polizia, è stata rilasciata dagli agenti dopo l'indagine. "La polizia non ha rintracciato nulla che dica che la donna abbia commesso una blasfemia”: è quanto racconta all'Agenzia Fides Nasir Raza, attivista cristiano per i diritti umani, coinvolto nel caso, avvenuto a Karachi, nel Sud del Pakistan.
Nasir Raza, che è anche Presidente del "Comitato nazionale per la pace e per l'armonia interreligiosa" nella provincia del Sindh, informa: "Tabitha Nazir Gill, che lavora professionalmente come infermiera presso il Sobhraj Maternity Hospital nella città di Karachi, è stata accusata dai suoi colleghi, con i quali lavora da 9 anni". Raza aggiunge: "Tabitha, preoccupata, ha chiesto ai suoi fratelli e sorelle cristiani di pregare per lei dicendo: sono in una situazione difficile, i musulmani nel mio ospedale muovono delle accuse contro di me; in seguito siamo venuti a sapere che era stata accusata di blasfemia".
Nasir Raza prosegue: “Hanno percosso Tabitha, sin dalla mattina, affermando che aveva pronunciato una bestemmia contro l'islam. Tabitha era tenuta legata con funi, torturata e rinchiusa in una stanza. Appena siamo venuti a conoscenza di questo, ci siamo rivolti immediatamente agli agenti di sicurezza della Polizia per chiedere un intervento sulla vicenda e proteggere la donna cristiana. Nei video che alcuni presenti ci hanno inoltrato per informare del caso e chiedere la protezione della donna, si vedono le infermiere ed il personale dell'ospedale picchiare Tabitha Gill; la donna negava ogni addebito" .
La vicenda per ora ha avuto un buon esito: gli agenti di polizia hanno preso in custodia Tabitha e, dopo aver svolto un'indagine, l'hanno rilasciata, consegnandola ai suoi familiari, che si sono trasferiti in un luogo sconosciuto per la sua protezione ”.
Secondo le informazioni pervenute a Fides, si è trattato di un malinteso fra colleghi, degenerato nella pericolosa accusa di blasfemia, che in Pakistan prevede anche l'ergastolo o la condanna a morte.
Nasir Saeed, Direttore della Ong CLAAS (Centre for Legal Aid Assistance & Settlement), in una nota inviata a Fides condanna l'incidente e rileva: "E' un sollievo che le accuse contro Tabitha, mosse dai suoi colleghi, siano state giudicate infondate. Purtroppo, però, la sua vita non sarà mai più la stessa, poiché ha già lasciato la sua casa e si è nascosta. Vorrei elogiare il ruolo della polizia per l'indagine rapida, equa e imparziale. La polizia ha un ruolo fondamentale per determinare se è stata commessa la blasfemia o se le accuse sono costruite dal nulla, solo per regolare i conti personali".
Aggiunge il Direttore di CLAAS: "Secondo i nostri studi, la legge sulla blasfemia continua a essere utilizzata in modo improprio per vendette private. Nel 2020 circa 60 persone, tra cui nove cristiani e quarantasette musulmani (in maggioranza della comunità sciita), sono state accusate di blasfemia, mentre almeno tre persone innocenti - un cristiano, un membro della comunità Ahmadiyya e un musulmano - sono state uccise in esecuzioni extragiudiziali, legate ad accuse di blasfemia".
Saeed lancia un appello: "E' tempo che il governo esamini a fondo la questione per fermare il crescente uso improprio della legge sulla blasfemia contro persone innocenti e apportare modifiche ove necessario, dato che la formulazione della legge sulla blasfemia consente un continuo abuso".
(SG-PA) (Agenzia Fides 29/1/2021)


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