AMERICA/BRASILE - Pastorale carceraria: raddoppiate le denunce di violenze, cui si è aggiunta la diffusione del Covid-19

martedì, 26 gennaio 2021 carcerati   violenza   coronavirus   chiese locali  

Brasilia (Agenzia Fides) – Nel 2020 sono quasi raddoppiati i casi di tortura nel sistema carcerario brasiliano rispetto al 2019: lo rileva il recente Rapporto pubblicato dalla Pastorale Carceraria nazionale, che analizza i casi e le denunce ricevute nell’anno appena trascorso, segnato dalla pandemia di Covid-19. La Pastorale Carceraria ha ricevuto, tra il 15 marzo e il 31 ottobre 2020, 90 denunce di casi di tortura, che hanno comportato numerose violazioni dei diritti in varie carceri in tutto il paese. Nello stesso periodo del 2019 i casi erano stati 53. Nella nota diffusa dalla Conferenza Episcopale del Brasile, pervenuta a Fides, si sottolinea che la violenza e la tortura persistono, amplificate dalla maggiore chiusura delle carceri a causa della pandemia. Nel periodo sopra menzionato, la Pastorale Carceraria ha ricevuto 53 denunce di casi di tortura che avevano comportato aggressioni fisiche, 52 relative a condizioni di trattamento umilianti e degradanti.
La violazione del diritto alla salute della popolazione privata della libertà è stata centrale nelle denunce ricevute: circa 67 dei 90 casi (74,44%) denunciavano negligenze nella fornitura di assistenza sanitaria. La relazione sottolinea che 52 casi hanno comportato negligenza da parte dello Stato nella fornitura di assistenza materiale, considerando ad esempio la fornitura precaria di cibo, abbigliamento, articoli per l’igiene personale, prodotti per la pulizia, tra gli altri.
Il consulente della Pastorale Carceraria, Lucas Gonçalves, ha spiegato che il rapporto si basa su un lavoro che si sta facendo dal 2010, ordinando sistematicamente i dati delle denunce che arrivano in modi diversi. "Il rapporto sottolinea che la tortura non è qualcosa del passato, ma qualcosa di presente nella vita delle persone imprigionate in Brasile" ha detto. Delle 90 denunce ricevute, la Pastorale Carceraria ne ha inoltrate 39 alla magistratura, 64 alla Defensoria e altre 38 al Ministero. Nella maggior parte dei casi, secondo Lucas, lo Stato si rifiuta di dare una risposta, adducendo il sospetto di falsità delle denunce, e si rifiuta persino di indagare sulle accuse. Dei 90 casi denunciati, la Pastorale non ha ottenuto risposte su 16 denunce.
Nel Rapporto, padre Almir José de Ramos, Vice coordinatore della Pastorale Carceraria nazionale, sottolinea che il coronavirus si è diffuso e ha provocato un vero e proprio massacro nel sistema carcerario brasiliano, che è al 3° posto nella classifica del maggior numero di prigionieri al mondo. Ci sono più di 800.000 uomini e donne che vivono in una situazione di privazione della libertà. Il sacerdote aggiunge che, secondo i dati parziali e sottostimati del Dipartimento penitenziario (Depen), al 10 novembre 2020, il virus e lo Stato avevano ucciso circa 121 persone imprigionate in Brasile e 2021 in tutto il mondo.
Il Consiglio Nazionale della Giustizia (CNJ) ha reso noto che, fino al 3 novembre 2020, 205 detenuti sono morti nelle carceri del Brasile. Il sacerdote sottolinea l'aumento esponenziale dei decessi per pandemia nelle carceri, che è stato del 100% tra maggio e giugno 2020 e l'aumento dell'800% dei casi di infezione nello stesso periodo, secondo il CNJ. (SL) (Agenzia Fides 26/01/2021)


Condividi: