AMERICA/CILE - La legalizzazione dell'eutanasia è “un crimine contro la vita umana”, la dignità della persona e i suoi diritti fondamentali

martedì, 29 dicembre 2020 eutanasia   conferenze episcopali  

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Santiago (Agenzia Fides) - In una dichiarazione pubblicata alla vigilia di Natale, il Comitato Permanente della Conferenza Episcopale del Cile ha commentato l'approvazione generale alla Camera dei deputati di un disegno di legge che consente l'eutanasia, ritenendolo "un passo della massima gravità politica e morale, perché implica una concezione - secondo noi - errata della persona umana, della sua dignità e dei suoi diritti essenziali". Rispettosi delle diverse visioni, i Vescovi mettono umilmente a disposizione “lo sguardo antropologico che scaturisce dal Vangelo, la cui radice condividiamo con molte visioni e credenze del mondo, e al quale aderiscono molti abitanti del nostro Paese".
Nella dichiarazione, pervenuta a Fides, si ricorda che l'eutanasia è l'azione o l'omissione che
per sua natura o intento, provoca la morte di una persona, al fine di eliminare qualsiasi dolore. La causa della morte non è quindi la malattia del paziente, ma l'azione deliberata di coloro che praticano l'eutanasia. E’ molto importante distinguere l'eutanasia dalla rinuncia ai mezzi di trattamento sproporzionati o accanimento terapeutico.
La legalizzazione dell'eutanasia, ribadiscono i Vescovi, è un atto sempre moralmente illecito, perché costituisce "un crimine contro la vita umana": "Non c'è motivo che legittimi moralmente un fatto così grave come togliere volontariamente la vita umana a qualsiasi persona e in qualsiasi circostanza, anche se lei stessa ha dato il suo consenso".
"Con l'eutanasia si oscura il significato profondo della dignità umana. In questo modo, la dignità umana si riduce a un semplice bene disponibile come gli altri" aggiungono i Vescovi, richiamando quella che Papa Francesco ha definito "la cultura dello scarto", che considera la vita umana suscettibile di essere scartata e gli esclusi come rifiuti, avanzi. "Coloro che pagano i costi di questa logica sono solo le persone più fragili e spesso più povere, per le quali abbiamo come società un obbligo maggiore".
La Chiesa è stata, e continuerà ad essere, sempre vicina spiritualmente alle sofferenze dei malati e delle loro famiglie, ribadiscono i Vescovi, invitando a promuovere tutte le possibili forme di sollievo, in particolare le cure palliative, e a lavorare per raggiungere il maggior numero possibile di persone, specialmente i più poveri. L'eutanasia distoglie la medicina dalla sua missione
primaria, che è quella di guarire i malati o ridurre la sofferenza. Da questo punto di vista, ricordano che è legittimo invocare il diritto all'obiezione di coscienza.
Infine il Comitato permanente della Conferenza episcopale chiede alle autorità e alle istanze legislative "di valutare con prudenza e con saggezza le gravi conseguenze dell'adozione di tale legge". Allo stesso tempo chiamano "i laici che credono nella vita, a far sentire la loro voce, dal mondo accademico e professionale, dalle organizzazioni sociali e comunitarie”. Il testo si chiude chiedendo a Dio “di illuminare la mente e muovere il cuore di coloro che sono chiamati a decidere su questioni così delicate, sapendo che un passo falso compiuto in questi ambiti, ha sempre gravi conseguenze nel futuro, come dimostra la storia".(SL) (Agenzia Fides 29/12/2020)


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