AMERICA/ECUADOR - Fratellanza e solidarietà nel racconto di un missionario prossimo al rientro dalla missione

lunedì, 28 dicembre 2020 natale   missione   missionari  

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Duràn (Agenzia Fides) - “Ho trascorso nove Natali sull’Equatore, tutti strani e diversi ma intriganti per i nuovi cammini che si sono aperti nella vita della missione e personale”, scrive all’Agenzia Fides don Saverio Turato, sacerdote fidei donum della diocesi di Padova a Duràn, provincia del Guayas.
Il sacerdote, che a gennaio rientrerà definitivamente in Italia dalla missione di Duràn, ha ricordato quando nove anni fa rivolse i primi auguri natalizi dall’Ecuador intitolando la lettera ‘Che strano questo Natale’. “Erano i miei primi giorni dall’altra parte del pianeta, lontano dalle ghiacciate notturne – racconta don Saverio -. Il Natale di quest’anno è molto più strano (o diverso) e non solo per me ma per tutti. Le dita non basterebbero per contare le tante privazioni a cui ci obbliga la pandemia: senza le persone che hai amato nella vita, senza salute, senza lavoro, senza libertà di spostamento, senza amici, senza riti, senza la Messa di mezzanotte, senza abbracci… Siamo ridotti come la vite d’inverno, che spogliata della sua vegetazione, mostra solo quattro vecchi tralci ingarbugliati o forse la carcassa del grappolo dimenticato dalla vendemmia. Tutti ci sentiamo un po’ spogliati, chi più, chi meno.”
Il missionario ha ricordato le parole che Papa Francesco ha rivolto ai suoi collaboratori per il tradizionale scambio degli auguri il 21 dicembre 2020: ‘Chi non guarda la crisi alla luce del Vangelo si limita a fare l’autopsia di un cadavere’. Molto eloquente questa immagine perché in essa vedo la chiave per tentare di guardare il tempo presente con uno sguardo diverso, non preoccupandoci dei ‘senza’ ma costruendo nuovi inizi e percorsi a partire dalla preposizione semplice ‘con’... Anche la nascita di Gesù è avvenuta senza sicurezze e riti, eppure nella sua totale fragilità ci regala quanto di più è importante e ci consola: la sua prossimità all’umanità. Gesù è chiamato anche l’Emmanuele ovvero il Dio-con-noi che nella sorprendente e fragile manifestazione della tenera pelle decide di farsi uno di noi. Estremamente solidale.”
“Provo una profonda commozione contemplare i gesti di solidarietà dei miei parrocchiani verso i fratelli più bisognosi. Già durante il lockdown avevamo visto nobili gesti di carità, ma mai come in questi giorni ho visto tante borse della spesa e viveri passare per le porte della chiesa: riso, latte, olio, sale, panettoni, cacao, lenticchie…un’impensabile generosità che ha strappato le lacrime ad alcuni volontari della Caritas. Ho l’impressione che la tempesta che stiamo affrontando abbia dirottato le scelte di molti verso nuovi orizzonti come la fratellanza e la solidarietà. Ed è proprio questo il Natale che vi voglio raccontare. Non quello piagnucoloso dei senza ma quello evangelico dei con.
Con la fine di gennaio termina la cooperazione della diocesi di Padova con quella di san Jacinto ma si concludono soprattutto i 63 anni di presenza dei missionari/e fidei donum di Padova in questo Paese. Quindi il prossimo Natale sarà di nuovo strano, almeno per me!” conclude don Saverio.
(ST/AP) (28/12/2020 Agenzia Fides)


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