AFRICA/MOZAMBICO - “Agiamo sulla radice del conflitto: il controllo delle risorse naturali” chiede il Vescovo di Pemba

martedì, 22 dicembre 2020 guerre   jihadisti   vescovi  

Maputo (Agenzia Fides) – Sono le risorse naturali dell’area la posta in gioco nel conflitto nel nord del Mozambico dove, in coincidenza con l’avvio dello sfruttamento dei giacimenti di gas e petrolio, è sorta una ribellione che si è poi trasformato in un gruppo armato affiliato allo Stato Islamico. Lo afferma Sua Ecc. Mons. Luiz Fernando Lisboa, Vescovo di Pemba, la diocesi mozambicana nella provincia di Cabo Delgado, al centro della crisi. Mons. Lisboa ha rivolto un pressante appello all’Unione Europea e all’ex colonizzatore, il Portogallo, perché siano rivisti i termini con i quali i Paesi più industrializzati si approcciano con i Paesi dall’economia fragile ma ricchi di risorse.
“Il Portogallo farebbe un grande favore se avviasse un dibattito nell'Unione Europea sull'uso delle risorse nel mondo: come stiamo affrontando la situazione? Che tipo di nuovo colonialismo stiamo praticando in relazione alle risorse che esistono in Africa e in altri luoghi più poveri del mondo?” ha detto Mons Lisboa in una sessione online, promossa da organizzazioni della Chiesa cattolica in Portogallo.
Il Vescovo di Pemba afferma che l'Unione europea può fare molto "in termini di aiuti umanitari" e deve agire per scoprire "le cause di questa guerra, per andare alla radice del problema". “Le motivazioni economiche sono al primo posto” all'origine dei conflitti, perché se l'estremismo religioso è “un elemento importante, non è quello principale”, poiché “le guerre scoppiano dove ci sono molte risorse naturali".
Il governo mozambicano ha le sue responsabilità, ricorda il Vescovo, perché “Cabo Delgado è stato ignorato, è stato lasciato fuori per molto tempo. E questo è uno dei motivi che hanno aiutato i giovani a essere trascinati nei gruppi ribelli”. Dal 2017 nella provincia di Cabo Delgado le violenze perpetrate dai ribelli hanno provocato almeno 2.000 morti e 600.000 sfollati. (L.M.) (Agenzia Fides 22/12/2020)


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