ASIA/PALESTINA - Hamas limita le “interazioni” dei musulmani con le celebrazioni natalizie nella Striscia di Gaza

lunedì, 21 dicembre 2020 medio oriente   natale   islam   dialogo   islam politico  

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GAZA CITY, -: A Roman Catholic nun prays during the Christmas Eve mass at Gaza Roman Catholic Church in Gaza City 24 December 2005.AFP PHOTO/MAHMUD HAMS (Photo credit should read MAHMUD HAMS/AFP/Getty Images)

Gaza (Agenzia Fides) – Continua a suscitare preoccupazione e biasimo il provvedimento con cui un dipartimento del Ministero degli affari religiosi nella Striscia di Gaza, governata dal partito islamista palestinese Hamas, ha dato disposizione ai musulmani di limitare la loro “interazione” con le celebrazioni cristiane del Natale. Le direttive, contenute in un documento interno del ministero, sono stare rese note dai media israeliani (Jeurusalem Post). Esse prevedevano un'apposita fatwa (ordinanza islamica) e una campagna di mobilitazione attraverso media e predicatori per richiamare i musulmani alla necessità di astenersi dalla partecipazione diretta a riti e celebrazioni non musulmane.
Nel pomeriggio di sabato 19 dicembre, tentando di smorzare le polemiche, il ministero controllato da Hamas ha pubblicato un comunicato per chiarire che le misure previste non erano dirette contro le pratiche liturgiche e devozionali dei cristiani di Gaza, presentati come “compatrioti e compagni nella lotta per la causa palestinese”, ma si rivolgevano esclusivamente ai musulmani che partecipano a celebrazioni religiose non islamiche.
La dichiarazione del ministero, confermando l’esistenza della direttiva ministeriale, ha avuto l’effetto di moltiplicare le reazioni negative, anche in campo palestinese. Tra i critici più decisi del provvedimento di Hamas c’è anche padre Ibrahim Faltas, frate egiziano della Custodia di Terrasanta, noto per la sua vicinanza al popolo palestinese. Padre Ibrahim ha diffuso un testo lungo e articolato, pubblicato anche sul sito web abouna.org, in cui definisce la dichiarazione ministeriale come “una pagina nera” nella storia di Hamas. “Vorrei vedere mobilitare energie per far revocare il blocco di Gaza, o per sostenere gli sforzi di riconciliazione tra Fatah e Hamas e raggiungere l'unità tra il popolo palestinese, o almeno per convincere la popolazione ad aiutarsi a vicenda in queste difficili circostanze” si legge nel testo di padre Ibrahim, che biasima il movimento islamista per aver tentato di “impedire al popolo di celebrare insieme la festa più bella della Palestina, la festa in cui l'attenzione di milioni di persone in tutto il mondo viene attirata a seguire con entusiasmo i dettagli di questa celebrazione a Betlemme, capitale della natività, che diventa capitale della gioia e della gioia in Palestina”.
"Natale" continua il padre francescano, rivolto ai militanti di Hamas, “non è forse il compleanno del Messaggero dell'Amore e della Pace, Cristo Gesù figlio di Maria, che voi onorate come profeta di Dio, citato nel Corano venticinque volte? E la Vergine Maria non è forse menzionata trentaquattro volte nel Corano? Il Natale non è forse la festa di Betlemme, il giorno della Palestina? Non è la ragione per cui milioni di pellegrini vengono ogni anno a Betlemme, diventando anche una fonte di reddito per la Palestina e il popolo palestinese?”
Anche L'Unione democratica palestinese (Fida), gruppo laico in seno all'Olp, ha stigmatizzato le direttive sul Natale emesse da Hamas nella Striscia di Gaza, bollandole come un attacco "ai valori di tolleranza e fratellanza finora prevalsi fra i palestinesi”. (GV) (Agenzia Fides 21/12/2020)


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