AMERICA/MESSICO - Il Messico piange la morte per Covid del difensore dei diritti umani di poveri, contadini e migranti, padre Pedro Pantoja

lunedì, 21 dicembre 2020 migranti   diritti umani   sacerdoti  

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Il Messico piange la morte per Covid del difensore dei diritti umani di poveri, contadini e migranti, padre Pedro Pantoja

Coahuila (Agenzia Fides) – La comunità cattolica del Messico piange la morte del sacerdote gesuita Pedro Pantoja Arreola, vittima delle complicazioni del Covid-19. Padre Pantoja è stato un appassionato difensore dei diritti umani dei poveri, dei lavoratori, dei contadini e dei migranti centroamericani rifugiati in Messico (vedi Fides 4/03/2019). Responsabile della Casa del Migrante di Saltillo, ha ricevuto premi e riconoscimenti nazionali e internazionali per il suo lavoro in favore dei più deboli. Era un sacerdote amato e rispettato dalla comunità. Purtroppo non è stato possibile organizzare i funerali, data la pandemia, e la mattina di sabato 19 dicembre i suoi resti sono state cremati. La sera di venerdì 18, con un messaggio inviato attraverso i social media, la diocesi di Saltillo ha annunciato la morte del sacerdote a causa di un arresto cardiaco.
Padre Pantoja, 76enne, aveva cominciato a sentirsi male all'inizio di dicembre, e attraverso un test era stato rilevato positivo al Covid-19. Per diversi giorni è stato curato a casa, fino a quando la sua salute è peggiorata ed è stato trasferito in un ospedale privato a nord di Saltillo. Nonostante i medici avessero riportato un leggero miglioramento, purtroppo venerdì 18 le sue condizioni si sono aggravate e ha subito un infarto. La sua morte è avvenuta proprio in occasione della "Giornata internazionale dei migranti".
Nel messaggio della diocesi di Coahuila inviato a Fides, si chiede ai fedeli di pregare per il sacerdote, che ha dedicato il suo ministero alla difesa dei diritti umani di migranti, rifugiati, operai, contadini e senzatetto. Ha inoltre espresso le sue condoglianze allo staff della "Casa del Migrante", che da 20 anni è rifugio per migliaia e migliaia di immigrati che ogni anno passano in cerca di migliore fortuna negli Stati Uniti.
Padre Pedro era nato nello stato di Durango, ma era figlio adottivo di Coahuila, viveva a Parras, la regione del Carbonifero, dove guidava i movimenti dei minatori, Acuña e Saltillo. Ha sempre sostenuto che i migranti non sono delinquenti, ma che se si spostano è perché sono spinti dalla violenza, dall’insicurezza e dalla fame.
Conduceva una vita semplice e non aveva paura di presentarsi alle caserme per difendere i migranti, allo stesso tempo non esitava per aiutare a scaricare la verdura dai camion dei fornitori per dare da mangiare agli ospiti della Casa del Migrante. Più di una volta, rifiutando di ricevere regali e denaro dai Narcos, è stato minacciato di morte e anche malmenato. Oltre alla Casa del Migrante a Coahuila, padre Pedro sarà ricordato anche per la creazione della Casa del Migrante a Acuña.
(CE) (Agenzia Fides 21/12/2020)


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