ASIA/MYANMAR - Un Pastore dedito all'ascolto e al dialogo: scompare il Vescovo del territorio birmano con la più alta percentuale di cristiani

venerdì, 18 dicembre 2020 chiese locali   vescovi  

Il Vescovo Tjephe con due novelli sacerdoti

Loikaw (Agenzia Fides) - Si tengono oggi, 18 dicembre, nella Cattedrale cattolica di Loikaw, capitale dello Stato birmano del Kayah – lo stato birmano con la più alta percentuale di cristiani – i funerali del Vescovo Stephen Tjephe, morto a 65 anni per una complicazione cerebrale nell’ospedale cittadino dove era stato ricoverato diversi giorni fa. Nato nell’agosto del 1955, era stato ordinato sacerdote il 28 marzo 1984; nominato Vescovo ausiliare nel 2009, dal 2014 era Vescovo di Loikaw. A livello della Conferenza episcopale, presiedeva la Commissione per il clero. Era un Pastore molto amato, dal carattere mite e sempre disposto all'ascolto e al dialogo. La comunità diocesana di Loikaw, e tutta la Chiesa cattolica in Myanmar, vivono un giorno di lutto, ricordando il Vescovo e affidandolo alle cure e alle mani sapienti del Padre celeste.
Nel luglio scorso Mons. Tjephe ha rilasciato all’Agenzia Fides una delle sue ultime interviste nella sua residenza, a pochi passi dalla Cattedrale, dove si affiancano due chiese, l’ultima delle quali – in grado di accogliere centinaia di fedeli – di recente costruzione. Mentre la nazione stava affrontando il difficile passaggio del processo di pace tra il governo e gli Stati che compongono l’Unione birmana, problema ancora oggi nell’agenda politica, all’indomani delle elezioni generali, il Vescovo disse a Fides: “La Chiesa cattolica ha avuto e ha tuttora un ruolo importante nel processo di pace in Myanmar”, notando che “nello Stato Kayah il cessate-il-fuoco regge ormai da anni e senza nessun episodio di violenza”. Tjephe ricordò, in quell'occasione il suo predecessore, il Vescovo Sotero Phamo, “uomo che ha avuto un ruolo fondamentale nel processo di pacificazione e che è stato il primo Vescovo di etnia Kayan della diocesi”.
Quella provenienza era importante: il piccolo Stato del Kayah – considerato, per la forte presenza di battezzati, la roccaforte cristiana del Myanmar – resta una realtà sorprendente dal punto di vista etnico con una mescolanza di lingue, dialetti, tradizioni in una regione dove il 75% degli abitanti appartiene a minoranze. “In molti casi sopravvivono credenze animistiche che fanno parte di una tradizione secolare” spiegò Mons. Tjephe, mostrando una sala della residenza vescovile piena di manufatti, segno della diversità etnica e culturale del territorio, ricco di popoli che hanno saputo accogliere con cuore aperto l'annuncio del Vangelo.
La presenza cattolica in questa regione è iniziata alla fine del 1800 con l’arrivo dei primi missionari del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime), sino a quando padre Antonio Cazzuloni, nel 1893, si stabilì a Solyaku, a 30 chilometri da Loikaw. Oggi gli oltre 90mila cattolici del Kayah – quasi un terzo dei 355mila abitanti dello Stato – possono contare nella diocesi di Loikaw 41 parrocchie in quasi 300 villaggi, un centinaio di sacerdoti, oltre 230 suore e oltre 220 catechisti.
(MG-PA) (Agenzia Fides 18/12/2020)

Il Vescovo Tjephe all'ordinazione di due preti

Cattolici nello stato Kayah

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