AFRICA/NIGERIA - FINITO LO SCIOPERO DOPO IL RAGGIUNGIMENTO DELL’ACCORDO SUL PREZZO DELLA BENZINA. LA CHIESA CHIEDE MAGGIORE TRASPARENZA NELLA GESTIONE DEL SETTORE PETROLIFERO

martedì, 8 luglio 2003

Lagos (Agenzia Fides)- È finito lo sciopero di protesta per il rialzo dei prezzi del carburante, che da giorni stava bloccando la Nigeria. Stamattina, 8 luglio, alle 6 ora locale, il governo ha infatti annunciato di ridurre il prezzo della benzina e di portarlo a 34 naira (circa 25 centesimi di Euro) al litro. Lo sciopero era stato dichiarato dalle principali organizzazioni sindacali a seguito della decisione del governo di portare il prezzo della benzina a 40 naira. Lo sciopero era iniziato 8 giorni fa con l’erezione di barricate nella capitale economica del paese, Lagos. In diverse città vi sono stati disordini che, secondo alcune fonti locali, hanno provocato almeno una decina di vittime.
“È un problema che si presenta un po’ tutti gli anni” riferisce all’Agenzia Fides un osservatore locale. “La benzina è calmierata; il governo paga la differenza di prezzo tra quello effettivo e quello di vendita al pubblico. Quest’ultimo così è circa un quarto di quello effettivo. Le difficoltà economiche nelle quali si sta dibattendo la Nigeria, però, costringono il governo a rivedere questa politica, generando proteste sociali.”
Il 4 luglio, il Comitato per la pace, lo sviluppo e la Democrazia (JDPC) della Chiesa cattolica nigeriana ha pubblicato una dichiarazione sull’aumento del prezzo della benzina. Nel documento si ricordano le motivazioni addotte dal governo: le maggiori entrate derivanti dall’aumento della benzina saranno impiegate per migliorare la manutenzione delle raffinerie del paese; si ridurrà il contrabbando di carburante verso i paesi vicini, dove i prezzi sono più alti; i maggiori introiti permetteranno al governo di migliorare le strutture di base del paese e quindi le condizioni di vita dei nigeriani..
Viste le forti somme già stanziate per la manutenzione delle raffinerie, il JDPC si chiede se non sia meglio verificare l’effettivo uso di questi fondi, invece di chiederne altri. Il problema del contrabbando, secondo la dichiarazione del JDPC, va inoltre affrontato in un altro modo, rafforzando i controlli ai confini. Il comitato cattolico chiede infine al governo di “far in modo che quelli che hanno ottenuto una licenza di costruire nuove raffinerie le completino entro il prossimo anno, in caso contrario si vedranno ritirate le licenze”. (L.M.) (Agenzia Fides 8/7/2003 righe 32, parole 388)


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