ASIA/THAILANDIA - Proteste studentesche: verso un Comitato per la revisione della Carta costituzionale

venerdì, 13 novembre 2020 politica   studenti   giovani   società civile   situazione sociale   diritti umani   democrazia  

Bangkok (Agenzia Fides) - Sebbene le piazze della capitale Bangkok e di altre città tailandesi abbiano smesso da alcuni giorni di essere attraversate dai cortei della protesta, iniziata ormai quasi un anno fa, la situazione nel Paese rimane tesa dopo nove mesi di manifestazioni pubbliche, scandite dalla richiesta di dimissioni del Premier, di una riforma costituzionale e di una revisione dei poteri del monarca.
Con un gesto distensivo, il re Rama X, durante una visita nella città di Udon Thani nei giorni scorsi, sembra aver voluto rispondere, seppur indirettamente, ai manifestanti che l’8 novembre si erano avvicinati al Palazzo reale, sede del monarca (dove sono stati respinti dalla polizia): il messaggio veniva dal Free Youth Movement che sembra aver contagiato non solo il mondo studentesco. Il re, pur senza menzionare la protesta, in una lettera al governatore della città, ha scritto: “Ci amiamo e ci prendiamo cura l'uno dell'altro. Prenditi cura del Paese e aiutiamoci a vicenda con bontà per proteggerlo e per la prosperità e l'identità tailandese”. Già il 1 novembre scorso, il monarca aveva espresso commenti pubblici simili, dicendo di amare tutti i tailandesi “allo stesso modo” e che la Thailandia è una terra di compromessi. SI tratta di gesti distensivi, in parte apprezzati, ma non risolutivi della crisi politica che intanto attraversa il Parlamento dove, per ora, il premier Prayut Chan-O-cha ha confermato di voler restare nel suo scranno di Primo ministro.
Per effetto della protesta, il Parlamento sta avviando la formazione di un “Comitato di esperti” che possa guidare un eventuale processo di revisione della Carta costituzionale: il processo prevede comunque un referendum popolare e avrà dunque tempi lunghi. Anche la formazione del Comitato non sembra affatto semplice: per ora i partiti di opposizione non intendono parteciparvi né le indicazioni a riguardo appaiono rassicuranti. Secondo fonti di stampa, infatti, sarebbero stati invitati a farne parte tre ex primi ministri, personalità del vecchio establishment, non gradite al movimento studentesco: Anand Panyarachun, il generale Chavalit Yongchaiyudh e Abhisit Vejjajiva. Due volte Premier, Panyarachun – un liberale di formazione - fu chiamato per la prima volta a capo del governo il 2 marzo 1991, una settimana dopo il colpo di stato organizzato dalla giunta militare (il “Consiglio nazionale per il mantenimento della pace”), guidata dai generali Sunthorn Kongsompong e Suchinda Kraprayoon. Abhisit Vejjajiva è stato un leader del Partito Democratico ma venne ritenuto uno dei responsabili della morte di decine di manifestanti avvenuta a Bangkok durante gli incidenti dell'aprile e maggio 2010. Quanto a Chavalit Yongchaiyudh, fu primo ministro della Thailandia dal novembre 1996 al novembre 1997. Paradossalmente, pur essendo un ex militare, è ricordato per aver contestato il golpe militare del 1991 e le successive elezioni nel 1992 che diedero il mandato al generale Suchinda Kraprayoon.
(MG-PA) (Agenzia Fides 13/11/2020)


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