ASIA/KAZAKHSTAN - Memorandum d'Intesa Vaticano-Kazakistan: progetti comuni per il dialogo interreligioso

lunedì, 19 ottobre 2020 dialogo   politica   minoranze religiose   libertà religiosa   religione   chiese locali   chiesa cattolica  

Astana (Agenzia Fides) - Il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e il Centro kazako per lo Sviluppo del Dialogo Interconfessionale e Inter-civile ‘Nursultan Nazarbayev’ (NJSC) hanno firmato un Memorandum d’intesa che “aprirà nuove opportunità e modi più promettenti per attuare progetti comuni, per promuovere il rispetto e la conoscenza tra i rappresentanti delle diverse religioni”. Lo si apprende da una nota inviata all’Agenzia Fides dalla Conferenza episcopale cattolica dei Vescovi kazaki.
La firma, avvenuta il 15 ottobre, è stata posta nel corso di una videoconferenza cui hanno preso parte il presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, il cardinale Miguel Angel Ayuso Gixot, da Città del Vaticano, e l'ambasciatore Altai Abibullaev, Presidente del consiglio di amministrazione del NJSC, dalla capitale kazaka Nur-Sultan. Erano presenti, inoltre, i rappresentanti della Chiesa cattolica in Kazakistan: il Nunzio Apostolico Mons. Francis Assisi Chullikatt, il Segretario Generale della Conferenza episcopale kazaka Mons. Athanasius Schneider, il Segretario della Nunziatura Apostolica in Kazakhstan P. Przemyslaw August Lewinski, e l’addetto stampa della Conferenza episcopale Piotr Pytlovani.
Come riferisce il comunicato inviato a Fides, “le parti hanno sottolineato l'importanza di questo passo nell'ulteriore sviluppo delle relazioni amichevoli e istituzionali tra Vaticano e Kazakistan, ricordando l'importanza della promozione del dialogo interreligioso con iniziative come i Congressi dei leader delle religioni mondiali e tradizionali, organizzati ogni tre anni dal governo kazako”.
Era il 17 ottobre 1992 quando Papa Giovanni Paolo II emanò il breve “Partes Nostras”, documento con cui stabilì la Nunziatura apostolica dello stato kazako. La data ha segnato l’inizio di un cammino di reciproca conoscenza e di collaborazione: a testimoniarlo, le tre visite ufficiali dell’ex presidente Nursultan Nazarbayev in Vaticano (avvenute nel 1998, 2003 e 2009), ma soprattutto la visita pastorale di Giovanni Paolo II in terra kazaka nel settembre 2001. In quell’occasione, nel corso di un incontro all’Università Eurasiatica di Astana, Papa Wojtyla, descrisse il Kazakhstan come una “terra di incontro, di scambio, di novità; terra che stimola in ciascuno l'interesse per nuove scoperte e induce a vivere la differenza non come una minaccia, ma come un arricchimento”.
Sin dal raggiungimento dell’indipendenza dall’Unione Sovietica, la libertà di culto e il dialogo interreligioso hanno rappresentato uno dei pilastri della politica kazaka. Nursultan Nazarbayev, alla guida del paese dal 1990 al 2019, ha sempre favorito la libertà delle religioni come strumento di armonia e di “unità nella diversità”, rendendola, nel corso degli anni, uno dei fiori all’occhiello della sua politica. Subito dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, infatti, la crisi economica e il deterioramento delle istituzioni statali avrebbero potuto costituire un catalizzatore per un conflitto interetnico, come accaduto, ad esempio, nel vicino Tajikistan. “Il Kazakhstan è invece riuscito a scongiurare questo infausto scenario attraverso una politica lungimirante che ha visto l’imposizione di due ‘culti’: uno pubblico e dominante, legato alla fedeltà allo Stato, alla legge e alla personalità di Nazarbaev; e uno privato, strettamente correlato alla religione e all’etnia di appartenenza”, ha spiegato all’Agenzia Fides Giannicola Saldutti, ricercatore associato all'Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie, con sede a Roma. Questo modello - riproposto nel corso degli anni per rispondere all’esigenza di controllare la crescita di gruppi fondamentalisti islamici - sembra essere stato del tutto sposato dal successore di Nazarbayev, Kassym-Jomart Tokayev, come confermato proprio dal protocollo d’intesa con il Vaticano.
In Kazakhstan convivono comunità di nazionalità e confessioni religiose differenti: secondo dati ufficiali forniti dal Ministero degli Esteri kazako, su 17 milioni di abitanti, al 70% musulmani, circa il 26% è costituito da cristiani, l’1% dei quali è di fede cattolica.
(LF-PA) (Agenzia Fides 19/10/2020)


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