AFRICA/ALGERIA - Chiesa d’Algeria: "una caraffa piena di acqua fresca", missione di prossimità

lunedì, 19 ottobre 2020 evangelizzazione   missione   animazione missionaria   ottobre missionario  

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Orano (Agenzia Fides) - “La missione in Algeria, che vivo da più di 10 anni, la simboleggio come una caraffa piena di acqua fresca, che rappresenta l’amore di Dio del quale siamo riempiti, e il modo in cui si esso offre alle persone che incontriamo” scrive all’Agenzia Fides suor Sandra Catapano, appartenente alla Congregazione delle Suore Missionarie di Nostra Signora degli Apostoli. La piccola Chiesa d’Algeria vive una missione di prossimità alla gente, che non è fatta di grandi proclami. Si pratica la vicinanza, la carità, l'amicizia, il dialogo e la testimonianza di vita.
“Questa è l’evangelizzazione che noi viviamo, nel silenzio della parola umana, ma con una presenza che grida alle orecchie delle nostre sorelle e dei nostri fratelli musulmani. Eccone un esempio – prosegue suor Sandra -. Un giorno una delle nostre suore viene interrogata da un poliziotto che con insistenza le rimprovera: Lei evangelizza! La sorella si difende assicurando che sa bene che è vietato. Lei è una semplice fisioterapista. Il poliziotto le spiega che non sta predicando, ma le dice: Sorella, lei evangelizza per il semplice fatto che è qui!”
Suor Sandra ha spiegato che dal primo giorno in cui è arrivata in Algeria si è sentita chiamata semplicemente a diffondere l'Amore di Dio a questi fratelli e sorelle. “Siamo nella diocesi di Orano al confine con il Marocco. La Chiesa è formata da comunità interculturali di studenti universitari sub-sahariani, coppie miste, migranti, religiosi/e, preti e volontari. Il nostro Istituto qui è presente con un'unica comunità composta da suor Lydia, nigeriana infermiera e ostetrica; suor Philippine, togolese, catechista, ed io che sono infermiera. La nostra comunità si trova all'estremo ovest della diocesi e la nostra parrocchia dista 15 km da casa nostra. C'è una forte presenza di giovani sub-sahariani di altre confessioni cristiane e così abbiamo iniziato a vivere ogni tre settimane, al posto della Messa, una celebrazione ecumenica. Questo sta creando un’unità maggiore, visibile e positiva anche per il circondario musulmano.”
La missionaria continua la sua testimonianza sottolineando che nel territorio di circa 1.500 kmq nel quale operano sono l’unica presenza di religiose con attività di formazione e alfabetizzazione femminile, corsi di sostegno in francese e inglese, infermiere a domicilio, assistenza sociale, visite a famiglie in difficoltà e con handicappati a carico, dei prigionieri migranti cristiani, oltre al catecumenato in parrocchia. “È un popolo con grandi possibilità, che ha bisogno di vedere riconosciuti i propri valori, ma che deve ancora crescere nell’unità tra le etnie, nel rispetto delle minoranze e della differenza religiosa, affinché tutti possano vivere appieno la loro cittadinanza e costruire un'Algeria protagonista di unità tra i Paesi africani.”
Scrive mons. Paul Desfarges Vescovo di Algeri. “La Chiesa d'Algeria ha una missione. Dobbiamo essere tessitori di amicizia, fraternità e pace con tutti. Siamo chiamati a disarmare i cuori. Siamo una Chiesa dell'incontro. È stata una benedizione dal cielo la beatificazione dei 19 Martiri, uccisi per non aver voluto lasciare una terra musulmana nel decennio nero del terrorismo islamico che dal 1991 al 2002 ha fatto 150.000 vittime. È passato più di un anno dalla beatificazione avvenuta l’8 dicembre 2018 a Orano. La vita di ciascuno di loro è stata una vita donata a Dio e all’Algeria. Storie nel segno della condivisione e del servizio. Associamo i nostri beati alle migliaia di algerini che hanno perso la vita. Ancora oggi ci ripetono: il nostro è l’Islam della convivialità”.
“Non andate via! Voi siete il sasso che permette alla porta di rimanere aperta”, così la gente diceva alle suore missionarie di Nostra Signora degli Apostoli negli anni ‘90 in Algeria. La presenza dei futuri 19 martiri d'Algeria rappresentava questo: una voce amica, una speranza che il paese non si sarebbe chiuso.
(SC/AP) (19/10/2020 Agenzia Fides)


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