ASIA/INDONESIA - Contestata la “Legge Omnibus” che riorganizza il mercato del lavoro: “Non era il momento giusto per votarla”

sabato, 10 ottobre 2020 lavoro   società civile   società   diritti umani   sviluppo  

Giacarta (Agenzia Fides) - “Il problema della Omnibus Law è soprattutto il fatto che si è deciso di votarla in un momento inopportuno, senza un dibattito pubblico approfondito e senza un vasto coinvolgimento della società civile”. Con queste parole p. Ignatius Ismartono SJ, direttore di "Sahabat Insan", organismo dei Gesuiti indonesiani che si occupa dei lavoratori migranti e delle vittime della tratta di esseri umani, commenta all’Agenzia Fides le manifestazioni che da alcuni giorni attraversano l’arcipelago indonesiano. Migliaia di dimostranti sono scesi in piazza a contestare, in alcuni casi anche violentemente, la cosiddetta “Omnibus Law”, una legge importante, votata in tutta fretta lunedì scorso, che intende riformare il mercato del lavoro, la burocrazia e le regole degli investimenti esteri.
Da tempo il provvedimento era nel mirino dei critici e soprattutto dei sindacati e anticipare il voto in Parlamento ha reso più tesa la situazione. La velocità di approvazione, senza un approfondito dibattito pubblico nè in aula, ha generato la diffusa protesta.
“Una Legge Omnibus, cioè destinata a tutti, – continua padre Ismartono – può funzionare bene solo se il contenuto è ben compreso non solo dai politici ma dalla gente. Questo è molto complicato in tempi di emergenza come questi, caratterizzati dal Covid-19. Queste leggi generali funzionano solo se c'è una buona comprensione e condivisione della 'base' dei lavoratori, una corretta applicazione delle regole democratiche e se i lavoratori non si sentono minacciati . Le manifestazioni di questi giorni hanno dimostrato che non era il momento nè la modalità opportuna”.
Approvata in Parlamento grazie ai voti di sette partiti su nove, la Legge Omnibus viene contestata soprattutto su due versanti: arretramento dei diritti e delle conquiste dei lavoratori ed eccessiva elasticità sulle norme di tutela ambientale per chi investe. Per il presidente Joko Widodo si tratta di una legge che riorganizza e semplifica la burocrazia statale e che attirerà anche investimenti, creando milioni di posti di lavoro. Ma, dopo l’approvazione, i sindacati hanno messo in atto la loro minaccia: tre giorni di sciopero, nonostante il Covid (l’Indonesia ha oltre 300mila casi e oltre 11mila vittime), spesso degenerati in scontri con la polizia con un tragico bilancio di feriti, auto incendiate e centinaia di arresti.
La “Omnibus Law” modifica 79 disposizioni legislative in materia di lavoro e ha lo scopo di aumentare l’efficienza della macchina statale e la capacità produttiva del Paese. Vuole inoltre favorire le aziende straniere in cerca di nuovi mercati che, grazie alla legge, potranno anche avere maggiori quote di lavoro di non indonesiani. Il progetto snellisce la burocrazia ma sembra favorire più chi investe e non chi lavora. Inoltre, molte norme restrittive in materia ambientale vengono allentate: si obbligano le imprese a presentare un'analisi di impatto ambientale solo se il progetto viene considerato “ad alto rischio”. I sindacati hanno fortemente criticato l’abolizione del salario minimo settoriale, a favore dei minimi fissati dai governatori regionali, e la riduzione dell'indennità di licenziamento, benché si prefiguri la creazione di un fondo di sostegno statale per chi venisse licenziato. Aumentano le ore di straordinario e le giornate libere nella settimana si riducono da due a una. La Confederation of All Indonesian Workers Unions (quasi 5 milioni di aderenti) intende portare il caso davanti alla Corte costituzionale, con la speranza che l’esecutivo faccia marcia indietro e riapra il processo di ratifica della legge a emendamenti che ne migliorino l’impianto.
(MG-PA) (Agenzia Fides 10/10/2020)


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