VATICANO - L'Arcivescovo Rugambwa: "Il rilascio di Padre Maccalli, seme di pace e segno di speranza per la missione della Chiesa"

venerdì, 9 ottobre 2020 evangelizzazione   congregazione per l'evangelizzazione dei popoli   sequestro   missionari  

Nigrizia

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - "La liberazione di padre Pierluigi Maccalli, missionario della Società per le Missioni Africane, avvenuta nel mese dell'ottobre, tradizionalmente dedicato alla missione, e in vista della celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale, è un grande segno di speranza per tutti noi, per l'Africa e per la Chiesa universale. E' il segno e la testimonianza vibrante che la grazia di Cristo opera e oggi ridona speranza, in situazioni segnate da violenza, conflitto, pandemia. Il rilascio ci mostra che la grazia di Cristo è più forte di ogni difficoltà e bisogna sempre confidare in Lui": con queste parole, rilasciate all'Agenzia Fides, Mons. Protase Rugambwa, Arcivescovo tanzaniano, Segretario della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, commenta la notizia dell'avvenuta liberazione del missionario italiano Pierluigi Maccalli, SMA, che era stato rapito in Niger il 17 settembre 2018.
Afferma a Fides l'Arcivescovo: "Siamo felicissimi e abbiamo trasmesso la nostra gioia alla Congregazione delle SMA e alle Chiese locali. Questa vicenda che, per volontà di Dio, ha avuto un esito felice, ricorda che i missionari sono sempre accanto alla gente, non fuggono anche in situazioni difficili, e donano la vita per il Vangelo. I missionari che operano in tante parti del mondo, spesso isolate o dimenticate, come padre Maccalli, sono 'usciti dalla loro terra', hanno lasciato la loro patria per terre lontane, in nome di Cristo. Sono usciti, ma poi restano. Uscire e restare sono i due verbi che indicano la dinamica duplice della vita missionaria. Entrambe queste azioni non hanno un'origine umana, non sono frutto di uno sforzo o di una intenzione personale: i missionari partono perchè la forza che li guida è una forza che viene dall'Alto, è lo Spirito di Dio. E poi restano, anche nei contesti più difficili, non grazie alle loro idee o alla loro determinazione, ma animati e sorretti dalla grazia di Dio. La carità di Cristo li spinge, genera la loro dedizione e resilienza, e può accompagnarli, in taluni casi, fino al dono supremo, quello della vita stessa: è il martirio, che è un dono di Dio. L'amore di Dio è più grande di ogni difficoltà e di ogni ostacolo. Questa è la lezione che ci consegna la vicenda di padre Pierluigi".
"Ora speriamo - conclude Mons. Rugambwa - che questa liberazione sia un passo avanti che riporti di nuovo in auge il dialogo e sia un seme per promuovere, pace, riconciliazione e fraternità nell'area del Sahel, tormentata dalla violenza, e in tutto il continente africano, dove ci sono ancora tanti focolai di conflitto e violenza, che generano tanta sofferenza. Speriamo e preghiamo che un simile esito felice possa registrarsi per tutti gli altri casi di sequestri, in Africa e in altre parti del mondo, che causano tanto dolore e apprensione a famiglie innocenti. Quando avvengono, episodi dolorosi come un sequestro o altre violenze possono indurre paura o scoramento. Ma oggi, grazie a Dio, rinasce la speranza".
(PA) (Agenzia Fides 9/10/2020)


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