AMERICA/BRASILE - Nel 2019 raddoppiate le violenze contro le comunità e i territori indigeni

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Nel 2019 raddoppiate le violenze contro le comunità e i territori indigeni

Brasilia (Agenzia Fides) - E' stato diffuso ieri, 30 settembre, il Rapporto sulla violenza contro i popoli indigeni del Brasile, elaborato dal Consiglio Missionario Indigeno (CIMI), che ribadisce il ritratto di una realtà estremamente preoccupante del Brasile indigeno nel primo anno di governo di Jair Bolsonaro alla presidenza del paese. Il documento evidenzia che gli espropri di terre indigene, realizzati con atti d'invasione e violenza, si sta consolidando rapidamente e in modo aggressivo su tutto il territorio nazionale, provocando una distruzione inestimabile.
Oltre a concretizzare il riconoscimento di un diritto originario, le terre indigene hanno dimostrato di essere le aree che proteggono maggiormente le foreste e i loro ricchi ecosistemi. Storicamente, la presenza di popoli all'interno di questi territori li ha fatti funzionare come vere barriere al progresso della deforestazione e di altri processi di saccheggio. Tuttavia i dati del 2019 rivelano che i popoli indigeni e i loro territori tradizionali vengono esplicitamente usurpati.
In questa ampia prospettiva di distruzione dei territori indigeni, va inserita "l'esplosione" di incendi criminali che hanno devastato l'Amazzonia nel 2019, con ampie ripercussioni internazionali.
Secondo il CIMI, la violenza praticata contro le popolazioni indigene si basa su un progetto governativo che mira a mettere la loro terra e i beni comuni in essa contenuti, a disposizione degli imprenditori dell'agroalimentare, del settore minerario e forestale, tra gli altri.
Il Rapporto infatti sottolinea che, nel 2019, c'è stato un aumento dei casi in 16 delle 19 categorie di violenza catalogate dalla pubblicazione. Particolare attenzione è rivolta all'intensificazione dei casi compresi nella categoria "invasioni possessorie, sfruttamento illecito di risorse e danni alla proprietà": dai 109 casi registrati nel 2018, si è passati a 256 casi nel 2019.
Delle 1.298 terre indigene esistenti in Brasile, 829 (il 63%) deve ancora completare il processo di demarcazione e registrazione, come territorio indigeno tradizionale, presso il Segretariato del Patrimonio dell'Unione (SPU). Di queste 829, sono 536 le terre indigene (il 64%) non ancora prese in considerazione dalla burocrazia dello Stato.
Nel lungo rapporto elaborato dal CIMI (216 pagine) e inviato a Fides dalla Conferenza Episcopale del Brasile, una sezione è dedicata ad approfondire la "violenza contro la persona". La violenza contro gli indigeni e le loro comunità è associata alla disputa sulla terra. Fra i casi registrati nel 2019 troviamo: abuso di potere (13); minaccia di morte (33); varie minacce (34); omicidi (113); omicidio colposo (20); lesioni corporali intenzionali (13); razzismo e discriminazione culturale etnica (16); tentativo di omicidio (24); e violenza sessuale (10); raggiungendo il record di 276 casi di violenza contro le popolazioni indigene nel 2019. Questo totale è più del doppio del totale registrato nel 2018, che era 110.
(CE) (Agenzia Fides 01/10/2020)


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