AMERICA/NICARAGUA - “Nessuno è al di sopra della Costituzione”: Mons. Mata sulle nuove leggi che reprimono i diritti umani e politici

giovedì, 1 ottobre 2020 situazione sociale   politica   conferenze episcopali  

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“Nessuno è al di sopra della Costituzione”: Mons. Mata sulle nuove leggi che reprimono i diritti umani e politici

Esteli (Agenzia Fides) - Monsignor Abelardo Mata, Vescovo della diocesi di Esteli e portavoce della Conferenza Episcopale Nicaraguense (CEN), ha criticato duramente la proposta del Presidente, Daniel Ortega, sugli ultimi disegni di legge perché reprimono i diritti umani e politici dei cittadini. "Con quale diritto vuole controllare la vita di un intero paese, quando lui stesso è un Presidente illegittimo? Quindi tutto quello che fa è illegale. Non ha il diritto di essere al di sopra della Costituzione. È lui che è obbligato a rispettare la legge. È lo stesso Ortega ad aver violato la legge" ha detto Mons. Mata in un colloquio con i giornalisti dei media locali, martedì 29 settembre.
Nelle ultime 3 settimane il Presidente Ortega ha proposto all'Assemblea Nazionale tre iniziative legislative: la Legge sui crimini d'odio, la Legge sulla detenzione a vita (ergastolo), la Legge sulla regolamentazione degli agenti stranieri. Lunedì 28 ha introdotto la Legge speciale sulla criminalità informatica, con la quale si criminalizzano i social network e i media nel loro lavoro di informazione e di denuncia su ciò che accade realmente nel paese.
"Queste leggi non hanno peso perché sono viziate dalla loro origine, perché Ortega è al potere illegittimamente" ha insistito Mons. Mata, ribadendo che tutto ciò che Ortega fa nella legislazione "è un abuso, un'aberrazione legale, in quanto un governo non può togliere i diritti civili e politici, non può essere al di sopra di ciò che la nostra Costituzione riconosce".
Nella stessa linea di denuncia, l'ex segretario esecutivo della Commissione interamericana per i diritti umani (IACHR), Pablo Abrao, ha sottolineato che la nuova iniziativa legislativa in Nicaragua sulla cosiddetta “cyber sicurezza”, apre un varco per criminalizzare cittadini e giornalisti. Esperti nazionali affermano che la legge mira a "censurare e criminalizzare i social network e il giornalismo".
Secondo dati raccolti da Fides (http://omnisterra.fides.org/articles/view/95), i social network hanno svolto una funzione determinante in quella che viene chiamata “l’insurrezione pacifica" in Nicaragua, iniziata a metà aprile 2018 da parte degli studenti universitari (vedi Fides 4/06/2018) poi seguiti da tutta la popolazione (vedi Fides 8/06/2018). Centinaia di giovani, convocati dai social network, iniziarono a manifestare davanti ad una università e poi nelle strade di Managua. Dopo la reazione violenta del governo, i giovani iniziarono, sempre attraverso i social network, a fotografare e a registrare la repressione, condividendo le immagini con quanti non sapevano ciò che accadeva. In poche ore tutta la popolazione aveva sui telefoni foto o video delle violenze. I social network in Nicaragua sono diventati oggi i media per eccellenza.
(CE) (Agenzia Fides 01/10/2020)


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